mercoledì 12 maggio 2010

che gente!

“c’è una collega della mia ragazza che si è lasciata col fidanzato e vorrebbe uscire per bere una cosina, perché non vieni?” dopo trecentomila NO eccomi in un pub frequentato da troppi adolescenti. nel giro di due minuti mi sono già pentito di non aver pronunciato il trecentomilaunesimo NO. sono convinto che se alla tizia facessero una tac del cranio si vedrebbero delle forme cubiche. cervello squadrato come una scacchiera, mentalità rigida come una stecca da biliardo, la stessa fantasia e immaginazione di una pulce depressa e lobotomizzata, puro distillato di noiosissimo pragmatismo soporifero e tedioso. mai un essere vivente è stato meno interessante ai miei occhi. per buona parte del tempo trascorso in quel tavolino ho pensato fondamentalmente a tre cose: alla McFarland che avevo davanti, al fatto che il tizio che ha piantato quella tizia ha fatto la cosa più sensata che potesse fare e a come avrei potuto far fuori il mio collega. che gente! avrei potuto passare un’ora del mio tempo a fissare la mia bellissima jeanne, anche fissare una parete spoglia non sarebbe stato male e persino un’ora in compagnia di gerry scotti o enrico papi sarebbe stata una cosa migliore. chissà se quella tipa si rende conto di essere così oscenamente avvilente, magari è per quello che il suo unico scopo è accalappiare un povero cristo qualunque affinché possa condividere con qualcuno il suo animo così slavato e insignificante. forse si rende conto di quanto è insostenibile e non si sopporta da sola… bah. cazzi suoi, della sua amica, del mio collega e di tutta l’umanità tranne che miei. penso alla mia jeanne, ad una fetta di strudel fatta in casa, ad un’altalena, ad una ex quattordicenne che ascolta i talking heads, ad una persona che mi ha paragonato ad un cactus, ai budini e alla carta igienica che rubo a lavoro,ai ponti di san pietroburgo, alle rose sparse sul pavimento della mia stanza, ad una ex quattordicenne, quella di prima, che guarda La corazzata potemkin, a una giornata di pioggia, ad una fiorentina seguita da una grappa…. mi sorprendo a sorridere. mi adoro. vorrei baciarmi ma mi accontento di sorridermi

4 commenti:

Anonimo ha detto...

il cactus ... si.
Nessun paragone poteva riuscire meglio.
Sempre ben distinto dagli altri fiori comuni ... ("voleva un fiore o una pianta grassa??" ma che domande sono?!?!) :(

Non "è spinoso"! Bisogna solo sapere e cercare di capire come toccarlo ... (se non lo stringi, anche senza guanti riesci a non bucarti se vuoi...)
In fondo in fondo quelle spine sono così innocue, e per lui così naturali ... gli servono.
Con quelle si isola dal resto, si difende, gli sono indispensabili ...
Se lo sezioni (io l'ho fatto) ... l'interno è bellissimo. E' vivo, è acqua, è linfa vitale, è così semplice all'interno eppure così delicato ... cose che non immagini se guardi all'apparenza.

Resiste all'aridità del deserto, incamera così tanta acqua pura in una sola volta da sopravvivere anche per lunghissimi periodi ...
Gli basta davvero pochissimo per essere ed esistere.

E' semplicemente meraviglioso in quella sua tanto celata e difesa perfezione ... :)

Anonimo ha detto...

citata due volte però è troppo..

p.s.
vorrei tanto sapere chi è quella dei cactus qua sopra..

bambi

-hypomnémata- ha detto...

... ma dai, sei sempre il solito difficile heheheheeheheheheh

Sua Bassezza, il bardo di XoniX ha detto...

La differenza tra me e te non sta nelle valutazioni.
Sta nel fatto che alla quinta pinta le avrei detto le stesse cose..in faccia pero' :D
adoro creare chaos..

Saluti, ilbattelloebbro...