lunedì 30 agosto 2010

agosto IV


mentre a pochi chilometri di distanza visi all’insù vengono illuminati da fuochi artificiali io ho appena fatto un notturno bagno in piscina, solo soletto, con l’acqua tiepida, la fioca luce dei lampioncini, le zanzare e la luna piena. la mia anima galleggia, sospesa nella notte, lontana dalla folla, lontana dalle mosche. la ricerca della solitudine è una rarità: chiunque voglia sentire la propria anima troverebbe di troppo qualsiasi persona. chiunque, in un modo o in un altro, finisce per frapporsi tra te e la tua anima, smorzando così il tuo dialogo interiore. chi non è d’accordo o racconta balle o non conosce il significato della frase “cercare la solitudine”.
le piccole follie realizzate, quelle che ti nascono dentro, non quelle fatte seguendo un gregge, le piccole follie ci danno così tanta soddisfazione. sulla pancia, le braccia, le cosce, con la penna mi faccio degli eterni tatuaggi per una notte: “Cry”, “17” e un sole che tramonta sul mare.ho voglia di dormire per un po’ di ore di fila, come ho già detto, l’inquietudine che avevo prima di partire non è svanita del tutto: una chimica spintarella per il mio sonno artificiale. la mia anima ora è un pupazzo di neve immerso nel buio della notte, la mia anima danza sotto la luna, la anima sospira leggera con le mani in tasca. chi non cerca la solitudine non ama abbastanza se stesso. qualche volta la solitudine fa scricchiolare la mia anima però con lei al fianco posso anche farmi sfiorare dal gregge. bisogna saper accettare le ferite che t’impone la tua unicità, per questo mi faccio avvicinare dai miei lupi, offrendogli la mia carne da azzannare, le mie ossa da rosicchiare. sanguinando soffro, sanguinando esalto la mia diversità, sanguinando mi sento unico e fuori dal gregge. e per chi non capisce guerci di musica labiale pprrrrrrrrrrr…

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