Ferdinand Keller, la tomba di Bocklin (1901). Mi suggerisce l’introspezione, il ripiegamento di noi stessi verso ciò che abbiamo di più sacro, il nostro Io, la nostra anima. Un viaggio che può cominciare come una piacevole passeggiata, su di un prato baciato dalla luce primaverile e dall’arietta fresca e pulita ma, se procediamo, ciò che ci attende è un cupo e profondo bosco mai baciato dalla luce del sole, dove nemmeno i nostri fantasmi osano dimorare.
L’introspezione non porta alla felicità bensì ad una specie di serenità che somiglia al sacrificio, un’autoconsapevolezza grondante solitudine e abissali baratri che le altre persone non possono nemmeno immaginare. Solitamente i sommovimenti del nostro animo sono suggestionati da ciò che succede all’esterno. Con l’introspezione i sorrisi ed i singhiozzi del nostro animo scaturiscono dall’interno, è un portare a galla qualcosa che dorme in oscuri fondali freddi e inesplorati. Il mondo tende ad ignorare chi lo ignora, ergo l’introspezione richiama solitudine, non solo perché si rivolge lo sguardo a se stessi.
3 commenti:
..uno dei post piu' belli
bambi
peccato si veda così male il dipinto... io ce l'ho su un libro ed è tutta un'altra cosa...
mm.. cercando di trovarla a risoluzione migliore (non lo conoscevo....) ho trovato questo
http://www.illusionsgallery.com/bocklin-tomb.html
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