il vento fischia forte e dialoga con la mia
atletica solitudine, pacifica e serena. la mia solitudine ha le bellissime
fattezze di una splendida dama ottocentesca. stanotte si siede sulla poltrona
del salotto e mi guarda con dolcezza e morbosità di spietata madre premurosa. è
la sua presenza ad aver richiamato in questo scorcio di cementata civiltà
questo vento così arcano, antico, quasi pagano. l’eternità della mia splendida
dama ottocentesca mi regala un soffuso sentimento di calore che è un attraente
balsamo per le mie membra inaridite e screpolate. stanotte, quando sarò avvinghiato
alle mie inquietudini, lo sguardo della mia dama mi accarezzerà silenziosamente
ed io sarò un bimbo quasi felice. una canzone de l’imboscata di battiato recita
“… ma io ho una bambina, negli intervalli, che mi accarezza i bianchi capelli e
gli anni si fanno docili al suo tocco…”. tra pochi anni, quando sarò un relitto
nel fondale di una casa di riposo, avrò una 14enne che, negli intervalli, mi
parlerà di arte, delle cose notevoli che incontrerà nella sua vita, e gli anni
si faranno docili.
2 commenti:
chissà, che.. non lo farà davvero.. prima o poi
(mi piace, questo nuovo sfondo.. scenografie che somigliano a quelle di certi miei sogni, visioni appartate dietro le quinte di fondali manieristici...)
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