un’ inconsueta serenità pervade il mio animo, non ci sono
abituato. mi mancano le braci, le asprezze, gli spigoli acuminati e taglienti,
gli ululati. ho voglia di bere fuoco, espirare scintille, sprizzare sangue
salato. voglio chiodi e spine e pugnali, voglia di sentirmi malato, sentire il
mio animo di vetro, il mio demone alato. voglio baciare la tragedia, bruciare
ogni cosa, masticare la ghiaia.
credo di essermi rassegnato a non essere riscaldato se non
da me stesso. non voglio luci elettriche, solo fuoco antico, primitive braci
fiammeggianti. diceva il poeta “… bisogna avere le ali se si ama l’abisso”.
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