martedì 5 giugno 2012


certe volte, quando mi sento particolarmente solo, anziché pescare nel mazzo tra la folla mi piace esacerbare la solitudine, chiudere i battenti, rinchiudermi in un’immaginaria stanza insonorizzata, far esplodere il silenzio, aggiungere benzina al fuoco, un asettico, astratto, ma non per questo incruento modo di graffiarmi. azzerare tutto quanto, fare tabula rasa del mondo intero, anche se solo per uno o due giorni. in questo modo uccido le persone che mi circondano, creo un energico buco nero da cui mi lascio inghiottire, come saltare giù da un ponte, anche se solo per uno o due giorni. dopotutto, citando il poeta, non c’è gusto a tenere accesa la candela in pieno sole.

3 commenti:

Sarah ha detto...

La mia richiesta di condivisione é avvenuta senza che io avessi avuto modo di leggere queste righe. Apprezzo quindi ancor di più il tempo avuto.

Torno a Nutshell, torno sul marmo freddo.

LittleM ha detto...

Penso sia una "scelta naturale". Una necessità fisica e mentale di "elaborazione".

In altri momenti si vivono sensazioni esattamente opposte e si ricercano altrettante condizioni.

Anonimo ha detto...

Ciao Rimbaud.
Ti leggo sempre con piacere.
Sahra.