venerdì 8 giugno 2012


Sono un inerte miraggio incastonato nel cemento e nel vetro dell’appartamento cittadino al dodicesimo piano, sono un bellissimo corpo freddo, sospeso a cinquanta metri da terra, sono una stella bianca, un esule senza sangue nelle vene, una perversa bambolina senza gadgets o amichetti, sono fredda, pallida, inerme sul pavimento, inattaccabile nel mio isolamento squilibrato, sono un pallido corpo freddo privo di sangue, lunghi capelli neri sulle spalle, uno sguardo che fissa cose senza vedere niente. Ho voglia di ibernarmi pacificamente, congelare del tutto i miei pensieri e le mie splendide angosce, diventare la vostra bella Cry addormentata nel suo fottuto monolocale al dodicesimo. Da due giorni niente cibo, solo tre o quattro bottiglie d’acqua con disciolte chimiche polveri dagli effetti ripulenti, spossanti, annichilenti: lassativi, diuretici, antidepressivi, ansiolitici, antipsicotici. Chimiche pozioni per una sacra e maledetta sacerdotessa diciannovenne del ventunesimo secolo. Nessuno può amarmi, vedermi, ascoltarmi, sono dolcemente crocifissa nella solitaria riservatezza del mio mondo, i miei chiodi sono fatti di un’innaturale apatia che mi salvaguarda dalle stronzatine che sfavillano cinquanta metri più sotto. Mi tocco e mi sento umida, bacio il mio indice, lo succhio sorridendo, sorrido come una pupa intrisa della sua stessa follia, sorrido mentre canta Courtney-cara, sorrido mentre trangugio una megasorsata di jack, sorrido bella e gelida come un fiore di ghiaccio dai lunghi capelli neri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

il ricordo di te che scendi dalla mia macchina non se ne va... Ciao batt