sono troppo normale per il paradiso dei pazzi
e immerso nel gregge, ai miei occhi, spicco come l’unica pecorella nera caduta
per caso sui pascoli di questa terra troppo mite e temperata, distante dalle
altezze sublimi dei cieli e dagli ardenti fuochi infernali. poco fa mi sono
praticamente arrovellato per ricordare da dove giungesse una frase emersa nella
mia mente, una frase il cui suono ora mi è particolarmente gradevole: “l’ora
più silenziosa”.
per la cronaca è il titolo (ora lo so, ma
che sforzo di meningi!) di un paragrafo dello zarathustra di nietzsche. l’ora
più silenziosa suona come il momento più desiderato e intellettualmente più
rinvigorente della giornata. be’, forse non della giornata degli abituali
frequentatori dei parchi di divertimenti tipo mirabilandia, gardaland, aquafan
etc etc.
c’è spugnosa morbidezza nella stanza,
candele e pink floyd, bozza per un nuovo ritratto che domani comincerò a
riversare su tela (poi vi farò vedere…),
nervi distesi e sguardo terso e appuntito acuito dalla notte imminente.
oggi pomeriggio mi sono inventato niente poco di meno che un dio!
direttamente dalla casa delle tre grazie un piccolo stralcio:
“…Jac, un bestione di almeno un metro e novanta, che affondava le sue radici genealogiche in una qualche tribù di pellerossa, aveva smarrito un po’ di giorni fa un vecchio anello di pietra, di opale di fuoco precisamente, che, diceva, apparteneva da tempo immemore alla sua famiglia. Diceva di essere un discendente della tribù degli abenaki, nome che significa “popolo dell’alba”. La sua tribù credeva che il dio supremo, che chiamavano Algo-Mawi, avesse creato un certo numero, facciamo cento, di bisonti e serpenti, cavalli e aquile, coyote, avvoltoi, corvi e così via. Cento esemplari di ogni specie animale, poi Algo-Mawi avrebbe, come dire, gettato via lo stampino, facendo ad ogni animale il dono del sesso, per garantirne la moltiplicazione ed evitare l’estinzione. E il meccanismo del sesso e l’equilibrio della natura funzionavano a dovere, ovviamente prima dell’arrivo dell’uomo bianco…”.
5 commenti:
ecco ilbattelloebbro che conosco!
..chi è, marsia..?
mmmm le sembianze di base sono quelle di una mia collega che ho deformato a mio piacimento...
... la collega dell'unica erezione intellettuale sul posto di lavoro, quella che al mio rientro a lavoro, dopo un'estate di immersione nello zarathustra, disse (per puro caso)a conclusione di un discorso: "...così parlò zarathustra!"
ed io mi accesi dentro come un concentrato di lucciole sponsorizzate dall'enel....
ehheh..
Io esperta sognatrice
che anche adesso mi rifugio in un letto
ammantata di lutto
per non sentire più la carne.
Posta un commento