ho
riflettuto un po’ sul commento “pensavo che il tuo eroe fossi tu”. quelli che
reputo i miei eroi sono in realtà i miei grandi eroi, ma tutti quanti non fanno
parte della quotidianità, non sono persone di cui possa sentire la voce, le
vibrazioni delle loro parole, le pulsazioni dei loro pensieri. per quel che
concerne la quotidianità io non scherzo mica quando dico di essere la persona
più interessante che conosco. anche perché io posso guardarmi nel profondo,
quello che gli altri possono vedere di me è solo la punta dell’iceberg. sì, mi
considero il mio piccolo e unico eroe tangibile, concretamente percepibile con
la mia carne, il mio sangue e tutto il resto. sono una persona di cui vado
fiero, temprato da molte più cose di quanto la gente che mi conosce possa
immaginare. la mia unicità, la mia indissolubile relazione con la mia splendida
dama ottocentesca, che accetto con forza e coraggio, la scelta di essere un
pagliaccio solo part-time fanno di me il mio piccolo eroe. gli eroi sono
persone che si differenziano dalla gente comune, si elevano al di sopra della
mediocrità e del grigiore imperanti. io mi sento decisamente disgiunto dal
resto degli umani, questo fa di me un piccolo eroe. e gli eroi sono sempre
tristi e soli. diceva lo scrittore “un eroe è chi fa quello che può”. in questo
senso non ho alcun dubbio, sono il mio piccolo eroe.
3 commenti:
Mi vengono in mente diversi passi dello Zarathustra... troppi per essere citati qui ora.
Sarà bello spulciare fra le parole del caro Friedrich per regalarteli.
Das Mädchen aus Berlin (eheheh)
Proprio per questo la domanda mi è venuta così spontanea.
Perché ti "conosco" esattamente per come ti sei descritto in queste parole.
Onorata di aver suscitato una riflessione con le mie parole.
[passaggio serale... per sfizio/necessità.. e saluto, marsssia]
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