lunedì 17 settembre 2012

ho riflettuto un po’ sul commento “pensavo che il tuo eroe fossi tu”. quelli che reputo i miei eroi sono in realtà i miei grandi eroi, ma tutti quanti non fanno parte della quotidianità, non sono persone di cui possa sentire la voce, le vibrazioni delle loro parole, le pulsazioni dei loro pensieri. per quel che concerne la quotidianità io non scherzo mica quando dico di essere la persona più interessante che conosco. anche perché io posso guardarmi nel profondo, quello che gli altri possono vedere di me è solo la punta dell’iceberg. sì, mi considero il mio piccolo e unico eroe tangibile, concretamente percepibile con la mia carne, il mio sangue e tutto il resto. sono una persona di cui vado fiero, temprato da molte più cose di quanto la gente che mi conosce possa immaginare. la mia unicità, la mia indissolubile relazione con la mia splendida dama ottocentesca, che accetto con forza e coraggio, la scelta di essere un pagliaccio solo part-time fanno di me il mio piccolo eroe. gli eroi sono persone che si differenziano dalla gente comune, si elevano al di sopra della mediocrità e del grigiore imperanti. io mi sento decisamente disgiunto dal resto degli umani, questo fa di me un piccolo eroe. e gli eroi sono sempre tristi e soli. diceva lo scrittore “un eroe è chi fa quello che può”. in questo senso non ho alcun dubbio, sono il mio piccolo eroe.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi vengono in mente diversi passi dello Zarathustra... troppi per essere citati qui ora.
Sarà bello spulciare fra le parole del caro Friedrich per regalarteli.

Das Mädchen aus Berlin (eheheh)

senzaLogica ha detto...

Proprio per questo la domanda mi è venuta così spontanea.
Perché ti "conosco" esattamente per come ti sei descritto in queste parole.
Onorata di aver suscitato una riflessione con le mie parole.

Anonimo ha detto...

[passaggio serale... per sfizio/necessità.. e saluto, marsssia]