Ho trascorso un’intera vita immerso nella letteratura, scrivere, leggere,
immense catenelle di parole inanellate spesso con estrema diligenza, cura,
amore, a volte con esattezza. La cosa più acuta e ingegnosa che ho fatto è
stata quella d’inventarmi dei libri. Non scriverli, immaginarli e basta.
Immaginare che esistessero e recensirli, criticarli, parlarne, scriverne,
raccontarli. Scrivere e parlare di libri senza la seccatura di doverli
scrivere, intere biblioteche immaginarie da cui trarre ispirazione, frasi da
citare, argomenti da approfondire, pensieri su cui riflettere. Tutto senza la
noia di scrivere pesanti tomi che forse nessuno avrebbe mai letto con vero
piacere. Perché questo è il punto, leggere deve essere un piacere, un vero
piacere in cui sprofondare, un meraviglioso bosco in cui inoltrarsi senza
pensare a dove ti porteranno i tuoi passi, senza temere il sopraggiungere della
notte, i rumori misteriosi del vento, delle foglie, degli animali. La
letteratura può essere così profondamente misteriosa, nessuno potrà mai
prevedere dove condurranno un determinato animo certe parole scritte. Nei libri
ci si specchia, ci si perde, come in un mare dopo aver nuotato verso
l’orizzonte fino a quando quasi non senti più le braccia. La vita certe volte
può essere altrettanto profondamente misteriosa quanto la letteratura, cosa
potrebbe riservare la vita ad un animo fatto completamente di musica? A
Beethoven riservò la sordità, a me, se mi passate l’audace analogia, a me ha
riservato la cecità. La scrittura e la lettura sono le cose che realmente
distinguono gli uomini dagli animali, le parole scritte hanno il dono
dell’immortalità, durano più di qualsiasi monumento di marmo, più di qualsiasi
cosa fatta di carne, ossa, muscoli e sangue. Non tutti i grandi uomini sono
grandi scrittori, ma tutti i grandi scrittori, in un modo o nell’altro, sono
grandi uomini. Per scrivere bisogna pescare le parole in un pozzo, più è
profondo il pozzo più la pesca può essere proficua. Le menti che somigliano a
bacinelle d’acqua al massimo possono scrivere libri degni di un supermercato.
Le biblioteche, quelle vere, sono meravigliosi assortimenti di pozzi in cui ci
si può specchiare.
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