martedì 14 maggio 2013

l'uccello di fuoco


da bambino leggevo e ascoltavo (sui 45 giri) le fiabe, le solite, cappuccetto rosso, biancaneve, cenerentola, hansel e gretel, il brutto anatroccolo. secondo jung le favole sono l’espressione più pura dell’inconscio collettivo, l’inconscio di una civiltà, di una comunità, di un popolo. non mi era mai capitata tra le mani la favola dell’uccello di fuoco. cresciuto di qualche anno mi capitò però tra le mani il cd dell’opera di stravinsky, basata appunto su quella fiaba. e lessi così la favola dell’uccello di fuoco.

un principe sognò una bellissima principessa, al risveglio sentì di essersi innamorato di quella creatura così bella e radiosa e giurò che avrebbe cercato quella donna così bella con tutte le sue forze. lasciò il suo castello e si mise in viaggio, attraversando boschi e montagne innevate. una sera, mentre il sole si apprestava a lasciare il giorno per lasciare spazio alla notte incombente (al tramonto, insomma…. che giri di parole batt!) vide un bagliore sulla sua testa, alto nel cielo; capì che si trattava del leggendario uccello di fuoco e pensò che quella creatura l’avrebbe guidato dalla sua amata principessa, decise quindi di seguire l’uccello infuocato. giunse al cospetto di un ripido promontorio roccioso, l’uccello si librò alto nel cielo e sparì dalla vista del principe il quale, armatosi di coraggio e determinazione, smontò da cavallo e si mise a scalare il promontorio roccioso. giunse davanti ad un agghiacciante, inquietante giardino, pieno di erbacce e soprattutto di strane statue di pietra, alcune raffiguranti spaventosi mostri, altre esseri umani che sembravano uomini veri e propri intrappolati nella pietra. il principe vinse la paura di quelle tremende creature di pietra e vide all’orizzonte un terrificante castello, sentì (la forza dell’amore? boh) che la principessa dei suoi sogni doveva essere imprigionata là dentro e si avviò verso il castello. ad un certo puntò notò l’uccello di fuoco che si stava cibando dei frutti di un albero d’oro, si avvicinò silenzioso e lo afferrò, la creatura infuocata si dimenò e conficcò gli artigli affilati nelle braccia del principe il quale non mollò la presa e riuscì alla fine a domare l’uccello (una scena che ricorda l’addomesticamento del drago volante nel film avatar, che ho visto recentemente per la prima volta… non divagare batt, concentrati sulla fiaba!). mmmm dov’ero rimasto?
il principe si avvicina al portone del castello ma ecco che sente dei rumori minacciosi, si volta e vede che le statue di pietra stanno prendendo vita e cominciano ad inseguirlo allungando braccia scheletrite, tentacoli, artigli e quant’altro. un lampo risplende nel cielo, si apre il portone del castello e compare lo stregone, il signore di quella fortezza, che con un ghigno malefico si rivolge al principe: “sei venuto fin qui per portarmi via la mia principessa, la più bella di tutte, colei che ho scelto per farla diventare la mia sposa?”. in tutta risposta il principe tentò di scagliarsi contro lo stregone ma non ci riuscì perché le sue gambe erano immobili, stava praticamente diventando una statua di pietra. poteva ancora muovere le braccia e si ricordò di una penna che aveva strappato all’uccello di fuoco, la estrasse dalla tasca e la agitò in aria, in un battibaleno l’uccello giunse volando, splendente come un sole, lanciò un incantesimo contro lo stregone e le statue animate che si addormentarono di colpo mentre il principe fu di nuovo in grado di muoversi. “muoviti” disse l’uccello “il mio incantesimo non dura a lungo e tra poco le statue e lo stregone si sveglieranno. devi trovare la cassetta nella quale è contenuto l’uovo che contiene lo spirito dello stregone, scava nel punto che ti indicherò”. il principe scavò nel punto indicatogli, inizialmente con la spada che presto si spezzò (cass di spada di merda, ma con tutti i soldi che ha un principe va a comprarsi la spada all’ikea?), continuò a scavare con le mani nude fino a quando trovò la scatola. intanto le statue cominciavano a rianimarsi e un occhio dello stregone si era già riaperto, il principe tentò invano di aprire la cassetta mentre le statue gli erano già addosso e lo stregone brandì con ferocia il suo bastone magico, l’uccello di fuoco lasciò cadere dall’alto una sua penna che, posandosi sulla cassetta la aprì. il principe afferrò l’uovo contenuto all’interno della cassetta e lo scagliò contro una roccia, invano le braccia e i tentacoli dei mostri tentarono di salvare l’uovo che si frantumò contro la pietra. in quell’istante i mostri e lo stregone sparirono e il giardino cambiò totalmente aspetto, comparvero tanti uccelli cinguettanti nell’aria, mille fiori sbocciarono esalando un gradevole profumo e le statue con sembianze umane diventarono uomini, si spalancò il portone del castello dal quale uscirono dodici principesse che andarono  felicemente incontro ai loro innamorati. alle spalle delle dodici principesse giunse la principessa più bella, quella sognata dal principe, i due si abbracciarono mentre sopra di loro volava l’uccello di fuoco, spendente come un accecante sole dorato.

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