il tamburo di un pianto poi un soffice lamento ed
ecco che spicca il volo il silenzioso sorriso funebre di un notturno pagliaccio
che respira come il battito d’ali di un pipistrello sopra un deserto
immaginario. le candele sono accese e bruciano aria la mia aria che mando
allegramente all’aria. sorseggio un piccolo calice di porto sì d’accordo lo
ripeto sempre non mi fa impazzire il porto ma ha per me un irresistibile
fascino letterario che mi fa dialogare con la splendida scrittura di hemingway.
mi piace veleggiare sulla scrittura di chi sa scrivere veramente dopotutto sono
un battello un battello ottocentesco e i venti boreali e le acque salmastre e
le mille e una tempeste lasciano il loro segno sul mio scafo epidermico che
invecchia come invecchia una buona imbarcazione che regge il mare sino al suo
ultimo viaggio che sarà oggi o domani o tra una manciata di giorni. la morte
spaventa tutti spero di essere il primo umano a non spaventarsi davanti ad essa
spero prenda le sembianze lei della mia splendida dama ottocentesca scheletrica
e premurosa dama che mi accompagna da sempre dalla nascita sino alla fine (che
bello scrivere di getto schizzate di parole in una manciata di secondi senza
soffermarsi per domandarsi se l’abito indossato sia più o meno dignitoso agli
occhi di chi leggerà). ho voglia di trafiggermi con la spada acciaio freddo e
sangue caldo e sorridere acceso di un’allegrezza che non saprei spiegare. e il
non saperla spiegare riguarda due cose: il fatto con non possiedo la capacità
di scrivere come vorrei e il fatto che la gente è un ammasso di alieni o
l’alieno sono io che poi è la stessa cosa. vorrei trafiggermi con la mia spada
questo è quanto e se non lo so spiegare meglio be’ fanculo alle spiegazioni. il
mio scafo che poi è il mio scheletro rivestito di pelle è sempre più sciupato e
corroso dalle intemperie ma non per questo rinuncio a solcare i mari miei
interiori. galleggio ancora e sino a quando lo potrò fare veleggerò
disinteressandomi delle luci costiere.
[p.s. mentre posto queste parole mi rendo conto che questo è il mio 500esimo post. così, per la cronaca.]
[p.s. mentre posto queste parole mi rendo conto che questo è il mio 500esimo post. così, per la cronaca.]
2 commenti:
Per un periodo ho tenuto un diario in cui scrivevo seguendo il cosiddetto "flusso di coscienza".
Possono venire fuori cose interessanti.
Betty
e io li ho letti tutti e 500.. pensa te
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