il
mondo è pieno di macchine un giorno la tecnologia ucciderà il mondo chissà chi
l’ha detto chissà dove cazzo l’ho letto boh. un giorno pensare col proprio
cervello vedere le cose attraverso il proprio cervello suonerà strano poi sarà
persino sospetto fino a diventare reato. quel giorno grazie a dio sarò morto e
sepolto e dimenticato. e potrò chiacchierare con i miei eroi. fino ad allora
trucco e cerone e nasino rosso e quelle cose lì. faccio due passi bevo un amaro
scuro perché l’amaro non può permettersi di essere arcobaleno faccio due passi
e mi concedo persino la vicinanza di una donna al mio fianco una donna che non
mi disturbi non m’infastidisca. tutto quanto dentro la mia testa s’intende il mio
culo poggia spensierato sul freddo del pavimento. sono solo nella mia stanza
sorseggio un amaro fatto dal sottoscritto esattamente dieci anni fa l’etichetta
adesiva dice “aiace 2003”, periodo iliadico immagino, ricordo usai per l’infuso
tarassaco alloro genziana verbena carciofo luppolo ginepro e chissà cos’altro.
la bottiglia dentro l’armadio riposava al buio indisturbata fino a poco fa. ora
il mio volto e il mio corpo sono decisamente in bianco e nero barbetta lunga e
splendida magrezza oltremondana. l’unplugged di clapton nell’aria della mia
stanza. comincia ad approssimarsi il periodo della felicità quello con mille
lucine di plastica colorate palpitanti finte come piccole uova commerciali
deposte dal ventre di las vegas. sogno una vicina di casa che suoni alla mia
porta e mi porti in dono i biscottini di buon augurio per l’anno nuovo eheheh…
1 commento:
Non si è ancora fatta viva... eh eh eh...
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