la gente solitamente ha
voglia di vedere altra gente, di parlare con altre persone, condividere idee,
parole. parlare non mi ha mai entusiasmato. anziché diventare muto o un asceta
ho scelto di essere un pagliaccio. mi è sembrata la scelta più comoda. scrivere
è decisamente più intimo, più riflessivo, è inanellare i tuoi atomi mentali a
tuo piacimento. questa cosa di internet, dei blog, è fantastica. anche se poi
nessuno legge chi se ne frega. ti permette di far librare in aria le tue parole
come farfalle che danzano libere. sfornare parole. alla gente piace parlare con
altre persone. io preferisco sfornare parole, così come mi vengono. la gente
desidera incontrare persone, stare tra persone, e per questo cerca di rendersi
bella, superficialmente più apprezzabile ma il risultato è quasi sempre ridicolo.
se parlassimo di automobili e accessori per renderle belle diremmo che il
kitsch è sempre dietro l’angolo. ma visto che è di persone che stiamo parlando
dico che il kitsch è dietro l’angolo. e la cosa più kitsch è che le persone
kitsch non si rendono conto di essere kitsch. infilo il dvd nel lettore, va.
chiedi alla polvere, film tratto dal romanzo di john fante.
8 commenti:
bellissimo romanzo.
apprezzo questo commento. brutalmente anonimo, senza ricami. grazie
certamente, acchè non indovinerai mai
a me il romanzo non è piaciuto. lo dico così, senza fronzoli. un giorno, forse, spiegherò il perché. saluti.
mmmm il fascino dei misteri risiede nella loro misteriosità...se la persona del commento anonimo dovesse manifestarsi potrei anche divorarla a morsi...il mio cannibalismo è una forma di apprezzamento...SsSHhhHh...
ad ogni modo io, il romanzo in questione, non l'ho mai letto... mai stato un gran lettore di romanzi... però... che meraviglia parlare di letteratura... immagino le due persone che hanno commentato sedute ad un tavolino... questo giro lo offro io...un bicchiere di porto (porto-hemingway-letteratura mi è impossibile non fare questa libera associazione d'idee....)oppure un goccio di laphroaig....
vada per il porto
come un saturno di goya. ieri sera sentivo philippe daverio, al proposito dell'oretta davanti al caravaggio, e ribadiva come già avesse combattuto e continuasse a combattere per la creazione di pacchetti museali diversi... dando a esempio la differenza tra esposizioni d'asta e "show" che hanno in inghilterra, e mostrando come sia ancora differente il modello che abbiamo in italia. siamo abituati a scorpacciate di dipinti, musei dai quali usciamo saturi di un'infarinatura generale, ma senza aver capito una bega delle opere che abbiamo visto, specialmente per il fatto che noi italiani, se pur allenatissimi all'osservazione dell'opera, siamo totalmente disorganizzati sull'auto istruzione. e perciò, propone, chiaramente, degli abbonamenti, degli assaggi per i quali sia possibile visitare un museo, passare il proprio tempo interamente su tre opere, e tornare un'altra volta per il resto: come lui dice, di certo non ci proponiamo di ascoltare la nostra intera libreria musicale in un pomeriggio, leggere un'intera biblioteca in una settimana, o mangiare i primi diciotto piatti di un menù di ristorante. così dev'essere anche per l'arte, la libertà di poter assaporare con pazienza.
-lo stesso anonimo.
sagge parole...infatti quando parlavo dell'ora e mezza trascorsa davanti al martirio di sant'orsola stavo per fare il paragone, che poi non ho fatto per pigrizia, non avevo voglia di scrivere, il paragone con la strepitosa mostra che vidi, sempre a napoli, credo nel 2010, sul caravaggio.... talmente tanti dipinti (talmente tanti caravaggio!!)da restare frastornati... lei, signor anonimo, ha sintetizzato alla perfezione
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