seduto
sulla sponda di un fiume azzurrognolo come una vena di un pallido braccio
freddo e immobile. seduto sulla sponda di un fiume pallido e azzurrognolo nella
mia stanza bianca e fredda e immobile. la mia mente seduta sulla sponda del
fiume guarda e ascolta l’acqua scorrere lenta morbida come un letto di ricordi
che se ti abbandoni ti trascina in un sonno senza spigoli lontano dalle
cascate. quasi estasiato ascolto il niente scorrere rapito da un soffice
silenzio. quasi non sento scorrere il veleno tra le mie ossa. seduto sulla
sponda di un fiume azzurrognolo nel bianco della mia stanza è un po’ come
andare sulla luna. la notte scivola ma il giorno ancora è lontano. tutte le
scuse del mondo tra poco si desteranno stiracchiandosi i loro viscosi tentacoli
che si allungheranno in tutti i caffè della città. le parole da sopportare
ovunque disseminate sbocceranno del tutto prive di grazia. l’esercito di
nessuno tra poco calcherà le vie di questo sasso che chiamate mondo. io
invisibile sarò avviluppato nel mio sonno perso nel mio universo senza parole.
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