la luna è una lontana moneta coniata dal mio sguardo priva
d’impronte di stupidi polpastrelli senza pensieri. al posto di quelle di stupidi
polpastrelli ci sono impronte di lacrime versate in secoli di sguardi assenti
più silenziosi del volo di un pipistrello.
disteso nell’erba del bianco del mio pavimento sono un
pagliaccio completamente struccato il circo è ora un nero frammento che sussurra
solamente “non esisto”. sono un pesce fuori dal suo acquario. 17. mi piace ora
scrivere questo numero 17. i miei lupi inquieti rovistano nel sottobosco
attendono il cuore della notte per avvicinarsi al mio letto per accostare i
loro denti voraci alle mie ossa da pavone scolorito. la mia anima chiude la sua
porta di pietra. e comincia ad assaporare i sogni su cui inciamperà. adoro
inciampare imbranato sui miei sogni sconnessi. deliziosi profondi cuscini
immaginari attutiscono le mie cadute ricche di memorie. stanotte mi
addormenterò sul ciglio del burrone. le mie palpebre si allagheranno di fiamme
non spente dalle mie lacrime assenti.
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