dalla mia finestra
affacciata sulla notte vedo il porto. [solita casetta e solita cittadina del
cazzo, per la cronaca. però stanotte vedo e sento un porto]. niente di solenne
nella mia mente o sulla punta delle mie dita. c’è solo questo mark lanegan che
scivola come un passamano che affianca con discrezione l’intera scala di questa
notte. alle prime luci dell’alba si dissolverà (tacerà era troppo brutale, non
se lo merita, se capite cosa intendo…). qualche persona per la strada si
trascina agitando seccanti voci che disturbano la quiete del mio porto. ci
vorrebbe una pioggia, sarebbe un sorriso alla mia anima alienata. non c’è la
pioggia ma ho sempre me. ci vorrebbe la pioggia ma anche un fiume non sarebbe
male. mi accontento del mio porto immaginario, con l’acqua nera che accoglie
luci e pensieri che trapelano dai loculi di cemento in cui la gente sogna di
essere viva. affilo le lame m’infilzo il pugnale. non so il perché ma mi viene in mente una frase del Poeta “i
cinesi vedon l’ora nell’occhio dei gatti”.
2 commenti:
questo è ilbatt delle origini.. solo, con questo mark lanegan in più che non ci aspettavamo
... ilbatt delle origini mi piace eheh
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