grossi sassi grigi nel mio labirinto. ne raccolgo uno e lo imbratto con
alcune gocce del mio sangue. la polvere dei giorni passati è stata spazzata via
dal chiudersi dei miei occhi. il mondo soffoca al di là del vetro, soffoca e
resta a guardare. un alveare privo di vita e confusione se ne sta rinsecchito
come una casa vuota che non aspetta ospiti. vorrei sanguinare sino a restare
esausto. senza che ci sia qualcuno a disturbare. mi volto per guardare il mondo
che lento si consuma abbandonato alle sue inutili stanchezze. quando il giorno
muore e l’alba è lontana l’orizzonte si spegne con misteriosa bellezza. cieche
parole come pipistrelli mi accarezzano volteggiandomi attorno.
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