con l’anima rivoltata come un calzino senza pelle, senza
rivestimento, mi lascio andare alla deriva tra pareti esagitate dall’assenza di
gente. voglio beatamente stare solo nel silenzio e nell’abisso romantico e
irregolare, vedere dal mio oblò l’umanità tutta intera, addormentarmi e
svegliandomi riguardare ciò che è molto e poco allo stesso tempo. vedo socrate
che beve la cicuta, il marmo di michelangelo, i colori di van gogh, le fluenti
note elettriche di jimi hendrix che si spandono a macchia d’olio nell’aria. le
mie labbra baciano un angolo pieno d’ombra, osservo le lettere che si stagliano
sul foglio di carta, il silenzio di stanotte è una spada, una maschera, una
sottile morte dolce e affilata. la mia anima è sola, adagiata in un letto di
cenere e candido oblio.
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