mentre tra sé e sé
canticchiava “show me the way to the next sushi-bar… … I tell you we must die...”pensava che un giorno, chissà, avrebbe potuto
fare un piccolo e solitario tour di locali sushi e, ovviamente, mangiucchiare
solamente i bocconcini di riso; sarebbe stato un gesto di spensierata anarchia,
un piccolo gesto per mandare a fare in culo il mondo. ora, invece, si trovava
in un sushi-bar con alcune amiche e sì, mangiava solo i bocconcini di riso, ma
il fatto che si trovasse lì rappresentava l’opposto di mandare a fare in culo
in mondo. se era lì era per soddisfare la necessità che ha la maggior parte
degli umani, la necessità di socializzare, di far parte di un gruppo, di
sentirsi accettati. la medesima azione, mangiare solo bocconcini di riso in un
sushi-bar, poteva significare una cosa e il suo esatto contrario, semplicemente
a seconda che la si compisse in solitudine o in compagnia. odiava il pesce e in
quel genere di locali si mangia soprattutto pesce, e nei ristoranti si va
soprattutto per mangiare, ok, ma a lei andava semplicemente di uscire di casa e
di stare in compagnia, doveva sentirsi una stupida per questo? o forse doveva
sentirsi semplicemente un essere umano? pensò che gli umani ne fanno parecchie
di cose stupide, e la maggior parte delle volte non se ne rendono conto. era un
ritrovo di persone che amano mangiare il pesce crudo ma a lei interessava
chiacchierare, passare un po’di tempo con le amiche, sapere di non essere sola.
se si trovava in un sushi-bar, lei che odiava il pesce, era solo perché era un
essere umano. e ogni bocconcino di riso che mangiava sapeva di umanità. gli
stessi bocconcini di riso, comprati in un take-away e mangiati in solitudine
tra le proprie quattro mura, avrebbero avuto un sapore del tutto differente,
avrebbero avuto il sapore dell’isolamento, dell’abbandono, della solitudine. il
contorno, le mura, l’edificio, possono dunque mutare il sapore di un bocconcino
di riso? si chiedeva questo, la sushi-girl, quando una domanda di una sua amica
la dissuase dai suoi pensieri “tu, Mara, sei un acquario, vero?”.
5 commenti:
eheheh the next sushi-bar.. eheh... bowie, talking e doors.. i pezzi che sto studiando per il gruppo che ho appena radunato..
(che bel nome, mara... )
cass, i talking heads non possono mentire!!!! se questa non è la 14enne, la prossima estate presterò servizio volontario, in un lido della riviera romagnola, come pedalò!
abbiamo il cantante che è un sassofonista, marsia.. : )
Io andrei in un sushi-bar solo per mangiare del sushi,.
Uff.
Odio abitare in culo al mondo in provincia alcune volte, qui non c'è un sushi-bar.
Mi piace cosi tanto il finale :-)
Elena
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