giovedì 13 settembre 2012

pensieri della sushi-girl che odiava il pesce


mentre tra sé e sé canticchiava “show me the way to the next sushi-bar…   … I tell you we must die...”pensava che un giorno, chissà, avrebbe potuto fare un piccolo e solitario tour di locali sushi e, ovviamente, mangiucchiare solamente i bocconcini di riso; sarebbe stato un gesto di spensierata anarchia, un piccolo gesto per mandare a fare in culo il mondo. ora, invece, si trovava in un sushi-bar con alcune amiche e sì, mangiava solo i bocconcini di riso, ma il fatto che si trovasse lì rappresentava l’opposto di mandare a fare in culo in mondo. se era lì era per soddisfare la necessità che ha la maggior parte degli umani, la necessità di socializzare, di far parte di un gruppo, di sentirsi accettati. la medesima azione, mangiare solo bocconcini di riso in un sushi-bar, poteva significare una cosa e il suo esatto contrario, semplicemente a seconda che la si compisse in solitudine o in compagnia. odiava il pesce e in quel genere di locali si mangia soprattutto pesce, e nei ristoranti si va soprattutto per mangiare, ok, ma a lei andava semplicemente di uscire di casa e di stare in compagnia, doveva sentirsi una stupida per questo? o forse doveva sentirsi semplicemente un essere umano? pensò che gli umani ne fanno parecchie di cose stupide, e la maggior parte delle volte non se ne rendono conto. era un ritrovo di persone che amano mangiare il pesce crudo ma a lei interessava chiacchierare, passare un po’di tempo con le amiche, sapere di non essere sola. se si trovava in un sushi-bar, lei che odiava il pesce, era solo perché era un essere umano. e ogni bocconcino di riso che mangiava sapeva di umanità. gli stessi bocconcini di riso, comprati in un take-away e mangiati in solitudine tra le proprie quattro mura, avrebbero avuto un sapore del tutto differente, avrebbero avuto il sapore dell’isolamento, dell’abbandono, della solitudine. il contorno, le mura, l’edificio, possono dunque mutare il sapore di un bocconcino di riso? si chiedeva questo, la sushi-girl, quando una domanda di una sua amica la dissuase dai suoi pensieri “tu, Mara, sei un acquario, vero?”.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

eheheh the next sushi-bar.. eheh... bowie, talking e doors.. i pezzi che sto studiando per il gruppo che ho appena radunato..
(che bel nome, mara... )

ilbattelloebbro ha detto...

cass, i talking heads non possono mentire!!!! se questa non è la 14enne, la prossima estate presterò servizio volontario, in un lido della riviera romagnola, come pedalò!

Anonimo ha detto...

abbiamo il cantante che è un sassofonista, marsia.. : )

senzaLogica ha detto...

Io andrei in un sushi-bar solo per mangiare del sushi,.
Uff.
Odio abitare in culo al mondo in provincia alcune volte, qui non c'è un sushi-bar.

Anonimo ha detto...

Mi piace cosi tanto il finale :-)
Elena