Sono pallida, diafana
come l’angelica ombra ariana di un’idea senza colori. Non ho voglia di vedere o
sentire nessuno, vorrei essere la sola abitante di questo stronzo pianeta. Più
pallida e bianca e fredda del pavimento. Più stronza di questo stronzo pianeta.
Il mio pusher farmacologico mi ha donato oltre ad alcune boccettine di colorate
goccioline anche una manciata di pillole diuretiche. Bevo acqua e piscio in
continuazione, rendo il mio corpo ancora più diafano ed esangue di quello che è
solitamente. Adoro il pensiero di non avere pensieri per gli umani. Sono
dannatamente sola e guai a chi si azzarda a mettere le mani sulla mia
solitudine. Sono seduta sul freddo del marmo, abbraccio le gambe, la testa
poggiata sulle ginocchia. Il mio sguardo è triste e nero come due corvi che
fanno l’amore in un desolato cimitero innevato. Stappo un flaconcino di
chimiche lacrime colorate e verso metà dell’amaro contenuto direttamente nella
mia bramosa bocca viziosa. Posata sul bianco pavimento sono una leggiadra
marmorea farfalla del tutto disinteressata a sbattere le ali. Smisurato il
tempo silenzioso scorre mentre resto posata sul pavimento immobile come una non
profanata mummia diciannovenne del ventunesimo secolo. Vorrei una mega bomba
nucleare che esplodesse ora annientando ogni cosa lasciando intatto solo il mio
monolocale al tredicesimo. Spiccherei poi il volo con lo sguardo accarezzando
tutta la distruzione accanitasi sul vostro bel pianeta. Da farfalla vomiterei
sui vostri corpi carbonizzati, sputerei sulle vostre ossa, piscerei su ciò che
rimane delle vostre esistenze incenerite. Scolo la restante metà del flaconcino
succhiando direttamente dall’oscurata vetrosa ampolla, attendo di stramazzare
al suolo senza fare il minimo rumore.
1 commento:
Datti fuoco
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