il
cappio sul collo lento si stringe rubando ossigeno e speranze. percezione
seducente. come un pipistrello ondeggio ma appeso a testa in su. adoro i miei
sorrisi perversi. solitari morbosi e perversi. la gente quando è sola, persa,
abbandonata, sta male. a me spesso viene da sorridere. e questi sorrisi li
adoro. con la punta della mia lingua immaginaria assaporo una piccola morte
presagita. accarezzo mentalmente le mie ossa. sapore di paradiso. o di inferno,
boh. voglia di pugnalarmi il costato. e sanguinare. adorabile sensazione. non
voglio essere salvato o tollerato. mi brucio ma senza fiamme, solo tizzoni
ardenti irrequieti sotto pelle. mi
sento un dio. magro, fragile, scheletrito. un dio solitario. se volete baciate
la mia pelle, sono una statua lignea, un dipinto secentesco, un’icona
bizantina, un bassorilievo di un pulpito silenzioso.
3 commenti:
dio di illusioni
post scriptum: mi piace come scrivi e quello che scrivi. Dixi.
per quel che mi riguarda, il complimento perfetto. grazie
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