fra qualche anno queste parole, queste paginette virtuali,
verranno cestinate nel dimenticatoio mattatoio isolato e troveranno posto in qualche
cartelletta di un archivio infernale. all’inferno magari qualche anima scazzata
le leggerà, una manciata ogni cento duecento anni, e saranno putride e
ingiallite, meravigliosamente comprensibili. ma all’inferno fa un caldo
bestiale, anzi infernale, a nessuno verrebbe voglia di dedicarsi alla lettura.
chissà se all’inferno ci sono quei bar un poco malfamati, meravigliosamente da
quattro soldi, quelli con buona musica e che vivono solo di notte. boh. sul
soffitto una piccola crepa, quasi all’angolo della stanza. non è una crepa, è
una ragnatela bianca come il cotone. c’è qualcosa di più metodico e poetico di
una tela di ragno?
1 commento:
Decine e decine e decine di volte ho immaginato il mio bar, il bar delle mie frequentazioni ideali e simultanee.. Sotto alle mie parole scorre being for mr. Kite da sgt. Pepper, devo dire che non descrive alla perfezione le ambientazioni fumose, in bianco e nero, jazz, ma descrive abbastanza bene le non-facce dei frequentatori del mio bar preferito
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