venerdì 14 agosto 2015

fra qualche anno queste parole, queste paginette virtuali, verranno cestinate nel dimenticatoio mattatoio isolato e troveranno posto in qualche cartelletta di un archivio infernale. all’inferno magari qualche anima scazzata le leggerà, una manciata ogni cento duecento anni, e saranno putride e ingiallite, meravigliosamente comprensibili. ma all’inferno fa un caldo bestiale, anzi infernale, a nessuno verrebbe voglia di dedicarsi alla lettura. chissà se all’inferno ci sono quei bar un poco malfamati, meravigliosamente da quattro soldi, quelli con buona musica e che vivono solo di notte. boh. sul soffitto una piccola crepa, quasi all’angolo della stanza. non è una crepa, è una ragnatela bianca come il cotone. c’è qualcosa di più metodico e poetico di una tela di ragno?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Decine e decine e decine di volte ho immaginato il mio bar, il bar delle mie frequentazioni ideali e simultanee.. Sotto alle mie parole scorre being for mr. Kite da sgt. Pepper, devo dire che non descrive alla perfezione le ambientazioni fumose, in bianco e nero, jazz, ma descrive abbastanza bene le non-facce dei frequentatori del mio bar preferito