venerdì 27 gennaio 2012
mercoledì 25 gennaio 2012
domenica 22 gennaio 2012
qualcuno mi apprezza pur vedendo di me solo un granello del mio dilatato mondo interiore. sono una creatura nata bruciata. un vasto oceano il mio mondo interiore, un sogno con più sfumature di tutti i quadri del mondo. forse sono incapace di odiare ma non m’interessa approfondire l’argomento. l’ho pensato e l’ho scritto, tutto qua. mi concentro sul mio fuoco, sui miei lupi. mi lascio bruciare, mi lascio sbranare. gioco a fare il morto, ma non in una piscina cristallina sotto un sole cocente e accecante, gioco a fare il morto disteso sul mio letto, disteso nel mio buio.
sabato 21 gennaio 2012

venerdì 20 gennaio 2012
martedì 17 gennaio 2012
il sogno del diavolo
Il diavolo si svegliò prima dell’alba, con le tenui tinte di un sogno che tentavano di svanire come colori di un acquerello che virano impercettibilmente ma, inesorabilmente, verso il bianco, alla ricerca della completa fusione col foglio. Immagini alla ricerca dell’assoluta e annichilente autodistruzione, bianca come una morte privata di ogni orrore. Aveva sognato di nascere umano. Provò un forte dolore, un’infinita tristezza. Poi, come un liquido che colma completamente un recipiente, tracimando dai bordi e scivolando lungo le pareti, la sensazione di una profonda invidia lo destò. Quando il sole sorse, l’invidia nei confronti dei mortali ancora non si era nemmeno affievolita.
domenica 15 gennaio 2012
un po’ di colore nel mio sangue, per potermi avidamente tuffare nel mio buio senza speranza, sprofondo senza toccare le pareti di pietra che, mi rendo conto, sono rivestite di spesso velluto nero, cado lasciandomi inghiottire dal mio buio senza alcun suono, cado senza età e senza rughe, senza trucco e senza pelle, cado nel buio fondo come la notte che abbraccia la morte. c’è solo la mia essenza che, anche di giorno, è sempre così distante dal mondo. forse nemmeno respiro, mentre cado, mentre sprofondo giù e sempre più giù. ...
lunedì 9 gennaio 2012
esploro il silenzio. non desidero altro. silenzio. davanti a me vedo solo silenzio. dentro solo silenzio, come mare profondo di notte. un orizzonte senza immagini. chiudo gli occhi per sentirne il sapore. silenzio senza fine. come una luna il sorriso della mia splendida dama ottocentesca. cerco di non tagliarmi, di non farmi del male. niente graffi o sangue stanotte. voglio restare candido e trasparente. nessuno si può avvicinare. tremerò stanotte, niente potrà scaldarmi. si avvicina, la mia dama. abbasso ogni guardia, lascio perdere ogni protezione, mai vorrei difendermi da lei. mi bacia. una tristezza senza pensieri, inquietudine priva di preoccupazioni. se decidesse di portarmi via con lei per sempre, stanotte, non potrei che seguirla. senza dire niente, senza pensare niente. senza neanche accorgermene mi rendo conto che le sto sorridendo. non parlo in astratto, sto davvero sorridendo alla mia tristezza. un bellissimo sorriso, tenue e sfumato come la luce dell’aurora.
sabato 7 gennaio 2012
mercoledì 4 gennaio 2012
In un piccolo teatro si tenevano le audizioni per una rappresentazione, tra i personaggi da interpretare c’era anche la figura del diavolo. All’audizione si presentò il diavolo in persona, sotto le spoglie di un omino secco secco e malandato. La concorrenza non fu esorbitante e il diavolo ricevette la parte. Leggendo il copione e partecipando alle prove, il diavolo si rese conto che il suo personaggio era eccessivamente viscido, calcolatore, senza scrupoli, lui non era così in realtà, faceva il suo lavoro, serviva su un piatto d’argento la mela proibita, in tutte le salse, e amen. Gli uomini lo raffiguravano più machiavellico di quello che era, più scaltro e ingegnoso. Abbandonò la parte e la compagnia e imparò ad essere come gli uomini lo dipingevano.
domenica 1 gennaio 2012
ficcarmi un grosso petardo in bocca e farlo scoppiare. sarebbe un peccato perdermi lo spettacolo. non mi piacerebbe nemmeno vedere il filmato, vorrei assistere in diretta. dopo averci pensato per un po’ trovo ciò leggermente raccapricciante. ma solo un po’. ma prima della sensazione orripilante, prima della repulsione per la mia poltiglia umidiccia e rossastra spiaccicata dappertutto, prima assaporo l’istante deflagrante, un concentrato di luce e di buio, tutto assieme, tutto dentro di me, piccolo e potente come un granello di sole che rende ciechi e annulla tutto quanto in un istante. la mia immaginazione sorride e lecca i rimasugli di cervello spappolato, come un lupo affamato che non si pone domande sul cibo che ha di fronte. sarebbe come bruciare le tappe, chiudere gli occhi con un sorriso abbagliante. non ci sarebbe spazio per le ipocrisie di circostanza. lo spettacolo sarebbe solo mio. la giusta conclusione di un’esistenza improntata verso un’ incondizionata individualità senza remore.