martedì 30 ottobre 2012
venerdì 26 ottobre 2012
Jim Morrison

lunedì 22 ottobre 2012
interstellar overdrive
oohhhh… da non so quanto
tempo ascolto in cuffia (le meravigliose bose da 120 euro che mi hanno
prestato) interstellar overdrive, dal primo album dei floyd. in continuo
repeat, stupefacente smarrimento ricco di lancinanti e stellari suoni
dissonanti, strillante delirio siderale composto dal mio amico syd barrett…
scrivo queste righe col suono che mi infilza piacevolmente il cervello e
l’animo e le membra e tutto il resto… distorte grida astrali, uno di quei
momenti in cui sovviene il pensiero “nessuno può capire…” … il circo è così
lontano, gli umani terribilmente diversi, i miei occhi ricettivi come luminosi
spilli conficcati nel più fondo nero che si possa immaginare… trovo difficile
persino scrivere con il suono che mi trapassa come una lama lucente e affilata,
volume elevato, immagini sonore esuberanti e potenti come accecanti ruggiti
cosmici… scrivo e pubblico così come mi viene, senza ragione, senza pensare, la
pelle etereo pregiato tamburo sconclusionato… syd, uno dei miei eroi…
P.S.
se qualcuno leggendo prova a
cercare e ascoltare la canzone su youtube giuro che lo uccido. cd e cuffie e
occhi chiusi. bon voyage
sabato 20 ottobre 2012
Mi sveglio, senza preoccuparmi se nel cielo ci sia
il sole o la luna. Mi sveglio con in bocca il saporaccio di molteplici ore di
robusto sonno chimicamente indotto. La pelle che mi riveste il corpo è bianca e
fredda, lo sguardo è quello di una moderna bella addormentata nelle profondità
di una caverna ghiacciata. Per chissà quanto tempo resto seduta sul letto con
lo sguardo perso nel vuoto, il mio sguardo nero, la mia pelle bianca,
tutt’attorno il vuoto. Mi alzo, il pavimento bianco avverte il freddo dei miei
piedi scalzi. Sono più pallida del solito, il sangue che dovrebbe scorrermi
nelle vene dev’essere andato a farsi un giro tra le pieghe dei miei sogni
imprigionati nel mio inconscio. Scolo una mezzo litro d’acqua, accendo una
sigaretta, lo stereo mi regala una potente e colorata e pirotecnica crystalline
di Bjork. Sono di una gelida bellezza disarmante. Tra poco probabilmente mi
vestirò ed uscirò a fare due passi nel vostro cazzo di mondo. Adesso mi guardo
allo specchio e sono semplicemente bellissima. Sono. Semplicemente. Bellissima.
mercoledì 17 ottobre 2012
Baudelaire

giovedì 11 ottobre 2012
in
questo momento mi sento alieno e dannato come ai tempi de La mia stagione… il
mio scafo corroso dall’aria salmastra ed io che gioco facendo scorrere le dita
sulle crepe del legno… ho voglia di esalare parole liberamente, la mia valvola
di sfogo, la mia pugnalata nel costato… mi bagno nella mia infanzia, mi specchio
nel mio Io… un’elettrica corrente carnale attraversa un iceberg cosmico,
notturno e magnificamente antiquato. mi cullo sui flutti immerso nello spazio
che mi distanzia dal pubblico accalcato sugli spalti, l’unico volto che
riconosco è quello della mia splendida dama ottocentesca. azzero i confini dei
pensieri che mi parlano dolci, leggiadri come cigni che nuotano in nere acque silenziose…
ho volutamente dimenticato di gettare l’ancora, la notte sbiadita mi accompagna
in un’indecifrabile cerimonia in cui risuona l’acuminato profumo del ghiaccio
metallico, argentato sperma universale… nudo e smagrito il mio corpo quasi
morto sorride avvolgendomi come una pellicola che pulsa con lentezza straordinaria…
mmmm cosa stavo dicendo?
venerdì 5 ottobre 2012
Syd Barrett

martedì 2 ottobre 2012
in molti racconti, molte
storie, c’è un amico del protagonista che rappresenta la perdizione, il vizio,
quello che nel medioevo veniva etichettato come “vivere nel peccato”, una sorta
di povero diavolo sfortunato insomma, che distoglie il protagonista dalla retta
via e lo induce a percorrere i binari della dissolutezza, lo induce a rovinare
sempre tutto quanto, come lucignolo, tanto per capirci. io quell’amico ce l’ho
dentro, fa parte di me e vive in un angolino oscuro del mio animo. il suo
dimorare in me è spesso silenzioso, sta in disparte senza disturbare ma è
pronto, di tanto in tanto, a ricordarmi che la soffice tranquillità comoda
comoda non fa per me. tenersi a distanza dalla confortante serenità comporta un
certo carico di tormento ma, diceva il filosofo “io lodo tutto ciò che
indurisce, non lodo i luoghi in cui burro e miele scorrono a fiumi”. sono una
creatura nata bruciata, lo ripeto spesso e ogni volta lo dico con un certo
sorriso un po’ dolce, un po’ amaro, un po’ non-so-cosa. la mia splendida dama
ottocentesca è nella stanza con me, ora, mi osserva e mi aspetta. tra poco mi
dedicherò solo a Lei e mi abbandonerò alla sua premura. nessuno, probabilmente,
camminerà mai al mio fianco. a parte Lei. quando penso al circo, alla necessità
di fare una vita da pagliaccio, come contraltare mi viene in mente il guardiano
di un faro sperduto in un mare di orizzonte silenzioso. in campo letterario
invece, l’immagine che mi si affaccia nella mente è quella di una specie di
guardia forestale che trascorre alcuni mesi in una torretta per l’avvistamento
di incendi, una torretta come un faro immersa in una foresta, orizzonte fatto
di montagne e bosco, un lago, daini e cerbiatti e uccelli. il protagonista vive
appieno la sua solitudine, con il suo fuoco per scaldare il cibo, la sua
ricetrasmittente attraverso la quale per un’ora al giorno entra in contatto con
i colleghi sparsi chissà dove nel territorio. tra desiderio della normale vita
sociale, galoppanti fantasie erotiche o spirituali, immagina persino delle
intere partite di baseball, le immagina fin nei dettagli, ciò che emerge è
soprattutto una meravigliosa solitudine (per la cronaca il romanzo s’intitola
“angeli di desolazione”). mmmmm basta scrivere, m'immergo nel mio orizzonte fatto del mio buio, del mio bosco...
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