venerdì 24 aprile 2009

cacciatore

Corro sotto fitte fronde maestose, rami intrecciati a formare un inviolabile manto arcano, tessuto in remoti tempi dallo spirito primordiale. Corro sopra una frusciante distesa di erbacce, fogliame e terra che ha scordato il calore della luce solare. Nell’aria il millenario profumo di corbezzolo e ciliegio selvatico. Sono completamente solo nel cuore della natura. Oltre al fruscio dei miei passi (e dei suoi passi) solo il vento che sussurra il suo pensiero all’infinito, infischiandosene del tempo e della civiltà. Acquattato con l’orecchio teso, come un filo d’acciaio su cui potrebbe camminare in equilibrio un elefante indiano adulto, lo sguardo a trafiggere la dozzina di metri d’aria che mi separano dal cespuglio di cisto bianco. E dietro il cespuglio il suo cuore palpitante che suona un ritmo insostenibile, la gabbia toracica che non riesce a contenere quel tamburo che batte all’impazzata. Non è la fuga, la corsa appena fatta che lo fa battere in quel modo. È terrore, paura, panico allo stato puro. È l’odore della morte imminente. Immobile, con quel cuore che freme, che riversa gelida apprensione nelle vene intrappolate in quelle carni tenere e muscolose. La freccia che scocca dal mio arco fende l’aria come una lama luminosa, trafigge quelle carni e si conficca in quel fremente muscolo pregno di sangue ed orrore.
La notte incantata, inquietante e stregata, cala placida sul bosco come un oscuro miracolo fitto e silenzioso. Un gran falò divampa, gonfio di fierezza per l’illusione di dissolvere un piccolo scorcio di buio. Scaglie del dono di Prometeo danzano fluttuanti come crepitanti particelle di pensieri incandescenti.
La civiltà è così distante. Non mi sono mai sentito così solo. Non mi sono mai sentito così libero.

venerdì 17 aprile 2009

silenzio

mmmm una notte cosi' silenziosa, che spreco passarla con altre persone...

delle volte il silenzio e' un'opera d'arte.