mercoledì 18 luglio 2018


questo angolino grigio e polveroso mi mancava, è come quando ti ritrovi a fare le pulizie di casa e spolverando comodini, scrivanie, scaffali e librerie ritrovi qualche foglietto, un ritaglio, una foto, una cartolina e una parte di te che per un po' era stata al buio prende un poco di luce ed è come specchiarsi e vedersi riflessi ed è una sensazione piacevole perchè ti rendi conto che il tempo passa e la quotidianità scorre inesorabile come l'acqua sotto i ponti ma tu hai la capacità, la forza, la cocciutaggine, il difetto, chiamatelo come volete, di restare sempre lo stesso, hai quel sano menefreghismo nei confronti di tutto quanto e, credetemi, è una sensazione piacevole, perlomeno per me è così. mi specchio e mi sorrido, sorrido a me stesso, ed è come ricevere un abbraccio dalla persona che più ti sta a cuore e che non vedevi da un pezzo. sono ancora io e lo dimostra il fatto che ora sono qui, a scribacchiare parole in un angolino del mio animo per il semplice gusto di farlo, far volteggiare parole senza troppo senso per sentirsi liberi e leggeri e soprattutto struccati. ora che ci penso, poche ore fa, al circo, ho avuto un incontro ravvicinato con la morte, l'ho incontrata, era venuta a prendere non me ma qualcun altro ma mi ha guardato negli occhi e mi ha riconosciuto, mi ha sorriso. forse non è un caso che da quest'incontro mi sia venuta voglia di venire qui a scribacchiare, di specchiarmi, di fare questa piccola conversazione interiore. la mia anima è ancora un pozzo con le pareti di pietra umide e ammuffite. mi specchio e sorrido a me stesso, mi abbraccio, le mie pupille sono un'alba rovesciata, un firmamento lontano e inquieto chiuso dentro me.