martedì 28 giugno 2016


…io vivo di giorno e muoio di notte…ogni notte… il disprezzo per la vita sorge in me ogni notte, amabile e indistruttibile come un monumento terrestre che sogna il volo…

giovedì 23 giugno 2016


… di giorno mi capita di provare piacere nel cercare di tenermi in forma, parchetto con la palla da basket, qualche addominale a casa, cose così… poi di notte comincio a dilatarmi lo stomaco con qualche ettolitro di birra in puro stile bukowski e via dicendo… e provo piacere anche nel vedere la pancia-da-birra… jekyll & hide che sorgono e tramontano l’uno escludendo l’altro… bah…adoro da morire colorare il mio nero fondo come il fondale di un lago di nero inchiostro e… c’è una ragione perché sto scrivendo queste cose? di sicuro se tra qualche secolo, in qualche strano modo, incrociassi queste parole, mi ci riconoscerei immediatamente, come vedere in un lampo la propria immagine riflessa in uno specchio… mi sembra una buona ragione… mi accarezzo la mia pancia notturna e sorrido…quando sorrido da solo, di notte, tra me e me… in un battito di ciglia m’innamorerei di me stesso…

sabato 18 giugno 2016


… la mia anima, a contatto con la vita, prova sempre più una certa indifferenza che più che farla soffrire la fa sorridere come un meraviglioso pagliaccio che se ne infischia di essere incompreso dal pubblico pagante… adoro sentirmi un estraneo in questo piccolo mondo in cui sono stato catapultato qualche secolo fa… a seconda dei punti di vista, l’indifferenza può essere fonte di sofferenza o di sorrisi…

lunedì 13 giugno 2016


… l’umanità è solo un formicaio visto dall’alto delle nuvole

giovedì 9 giugno 2016


il mondo è un pollaio, l’intelligenza è un tramonto che tende alla dispersione… l’orizzonte è… dio, in certi momenti ascoltare i pink floyd è pura e sottile esaltazione mentale…

domenica 5 giugno 2016


… la morte è un male che seduce con la sua profonda oscurità… adoro spegnermi come un petalo che cade nel fondo di una disgrazia senza desideri… a volte mi piace pensare di essere nato per giocare con il vuoto, con i versi, con i sentieri, con le carte, con la lentezza e con l’indifferenza…

venerdì 3 giugno 2016


[sintetica introduzione alla tesina di terza media della figlia di una collega… oggetto la luna …casta diva…]

 

Nel ‘600 la letteratura italiana attraversò un periodo d’involuzione, gli scrittori si concentravano quasi esclusivamente sull’elemento musicale e sulla sonorità della parola, l’attenzione alla musicalità della parola non mancava di certo nei precedenti grandi scrittori della letteratura italiana come Dante, Boccaccio o Petrarca, ma mentre allora la musicalità della parola si sposava al concetto espresso, nel ‘600 la sonorità e la melodia divenne la vera essenza della letteratura, si badava quasi esclusivamente alla forma e la letteratura divenne un vuoto esercizio di eleganza stilistica. La parola non serviva più a suscitare idee ma era solamente un suono e così, di conseguenza, nacque il dramma in musica o melodramma. Il melodramma, uno spettacolo teatrale in cui l’azione è espressa attraverso la musica e il canto, nacque dunque nel ‘600 e trovò sempre maggior fortuna in tutta Europa nel ‘700 e nell’ ‘800 ma l’Italia rimase la vera culla di questo genere, grazie a compositori come Rossini, Bellini, Donizetti e Verdi. In una delle opere più note di Vincenzo Bellini, la “Norma”, c’è una parte intitolata “casta diva” che è sicuramente la pagina più famosa composta da Bellini. L’opera è ambientata in Gallia, all’epoca della dominazione romana, e una delle protagoniste, la sacerdotessa Norma, inoltratasi nel bosco per cercare erbe e piante per le sue pozioni, ad un certo punto eleva la sua preghiera alla luna, da lei chiamata “casta diva”:

 

 

Casta Diva che inargenti
Queste sacre antiche piante,
A noi volgi il bel sembiante
Senza nube e senza vel.

Tempra o Diva,
Tempra tu de' cori ardenti,
Tempra ancor lo zelo audace,
Spargi in terra quella pace
Che regnar tu fai nel ciel.