venerdì 21 luglio 2017

non rifuggo la banalità del quotidiano, ci sguazzo come il chiarore di un lampioncino in stile ottocentesco, accanto ai clamori e gli schiamazzi di ragazzi troppo sguaiati e plebei.

sabato 15 luglio 2017


probabilmente è un’illusione, ma quando mi capita di sentirmi particolarmente libero, che equivale a quando mi sento particolarmente distaccato dal grande sasso che chiamate mondo, mi sento veramente bene, sento un’incantevole leggerezza che mi sostiene e che mi fa fluttuare a mezz’aria, lieve e inviolabile come un sorriso che se ne sbatte degli applausi e delle approvazioni del pubblico pagante. è come se si dilatasse quell’istante in cui ci si sta per addormentare senza pensieri, quel breve spazio di tempo in cui ti abbandoni all’abbraccio del buio e del silenzio. ogni allegria e ogni dolore svaniscono e senti che l’ombra ti sta per inglobare e tu non opponi alcuna resistenza, il nero e il silenzio si espandono e tu ti lasci sprofondare. una soffice e flautata discesa che somiglia al dimenticare.

sabato 8 luglio 2017


mi sembra un secolo che non facevo una piccola immersione. da un po’ seguitavo a starmene comodamente a galla, me ne stavo placido, apatico e imperturbabile in superficie, respiravo solo l’aria che respira tutto il mondo, l’aria che respirate tutti voi, quel miscuglio fatto di mansueto chiacchiericcio di sottofondo, di vociare televisivo, di supermercati e cosa-faccio-oggi, cosa-mangio-oggi, dovrei-tagliarmi-i-capelli, dovrei-comprare-un-nuovo-paio-di-pantaloni, cose così insomma. tanto è vero che ora quasi mi sento in un certo modo disabituato, a spegnere tutto e inabissarmi nel mio sottopelle. però, diomio, quando ti allontani dai rumori del mondo, già cominci a sentire gorgogliare la tua voce, senti che nelle profondità del tuo pozzo c’è qualcosa che crepita, borboglia. mi sembra un secolo che non m’inabissavo. ahhhh finalmente un po’ d’aria mia, solo ed esclusivamente mia.