sabato 17 marzo 2012



tentativo poco somigliante di nipotino, the sun also rises, amica matta

giovedì 15 marzo 2012

la gente si sofferma sugli spigoli

nemmeno vede le rientranze

gli anfratti ricoperti di muffa

gli oscuri e sinuosi recessi

da cui prendono forma i nostri sogni

in cui sono appese capovolte

come cupi pipistrelli astratti

le paure che temono la luce

martedì 13 marzo 2012

qualcuno passeggia nel cortile

altri più arditi

percorrono il labirinto

della sofferenza

tra le acque brucianti

e il morbido deserto di vetro

alcuni muoiono

prendendo il largo con la barca

sondando le vene scure

della loro personale notte di piombo

il tempo prende sottobraccio la paura

scompaiono i volti

gli amici

gli sguardi conosciuti

resta una tormenta silenziosa

famelica belva dai denti di ghiaccio

danzare da soli

richiede follia e coraggio

la disperazione dei forti

la condanna dei pochi

la maschera dei morti in fiamme

ci illudiamo di contare qualcosa

siamo petali destinati ad avvizzire

a cadere in silenzio

senza sollevare un granello di polvere

sabato 10 marzo 2012

mi suicido piano, lentamente, con fermezza e deliberato disinteresse, mi suicido piano con la consapevolezza che dopo di me la festa continuerà, il festino andrà avanti ed io me ne sarò andato senza amici, le luci resteranno accese anche quando avrò chiuso gli occhi, abbassato le palpebre, calato il mio sipario. di me non vi resterà niente, dopo due minuti dalla mia morte l’aria che ho respirato si sarà mischiata a tutta l’aria del pianeta e di me non resterà traccia. sparirò come un chiaro di luna quando l’alba incombe pronta a bruciare ogni residuo della notte che fu. un treno che è passato, per pochi secondi lo si è potuto vedere sparire piano poi basta. stop. fine. nessuna traccia, nessuna immagine, nessun suono. via per sempre.

mercoledì 7 marzo 2012

abbasso le luci per predisporre un soffice inabissamento oltre i confini del mondo rischiarato dalle elettriche luci che voglio scansare con l’eleganza di un solitario ballerino perduto nel suo mondo mistico popolato dagli angeli del nulla. evito di tuffarmi, a rilento m’immergo nel mio buio profondo come pianistiche note immense e indolenti. distante da ogni cosa, la mia lucidità è una luce in grado di attraversare l’universo intero con la facilità di uno spietato laser affilato dall’isolamento spirituale. inabissandomi spicco il volo come un uccello che s’immerge in un cielo di petrolio. niente riesce a bucare il velo del mio insano e perfetto isolamento, nessun suono, nessun grido, nessuna parola può essere percepita. nessun uomo può sentirmi, nessuna creatura può vedermi. colo a picco e sorrido dolcemente come un vecchio leone che separandosi dal branco è andato incontro al suo destino.

domenica 4 marzo 2012

qualche stralcio di vita normale per una mente decisamente avulsa da ciò che la circonda. adoro sempre più dare ossigeno al mio disinteresse per le personcine noiose che mi circondano. ogni tanto il mio inconscio fa sentire il suo disaccordo cercando di rammentarmi che una vita sociale normale potrebbe dare qualche vaporosa sensazione di gioia che amo disdegnare con meravigliosa strafottenza. da alcuni giorni la morte mi ronza attorno, in diverse forme. vorrei percepire la sua presenza in modo così sereno anche quando mi toccherà in modo più ravvicinato, quando si avvicinerà sfiorandomi la mano e sussurrandomi nell’orecchio che è quasi giunta l’ora di fare un giretto con lei. mi porgerà un fiore delicato… … o forse glielo porgerò io, non so. quello che so è che vorrei accoglierla con la stessa serena trasparenza che ho in questo momento. tra cinque minuti o domani o non so. vorrei che mi baciasse e che le sue labbra fossero le labbra più romantiche e appassionate che mente umana possa immaginare. vorrei che fosse la mia splendida dama ottocentesca, la mia meravigliosa tristezza cambiata d’abito. quel bacio farà sbocciare la mia solitudine come un luminoso fiore nel cuore di un deserto sterile e misantropo. quel bacio avrà la letale leggerezza di un sogno avvelenato. socchiuderò gli occhi e il mio viso sarà pallido, esangue, un sorriso languido m’illuminerà armoniosamente prima di spegnermi del tutto, per sempre.

giovedì 1 marzo 2012

bevete, fumate e scopate più che potete… così dicono molti dei miei eroi, “datemi bacco, tabacco e venere che è l’unica trinità che riconosco” la versione ufficiale del poeta. visione della vita molto più profonda di quanto possa sembrare all’apparenza, la vita intesa come una sigaretta da incenerire con ampie tirate sensuali e irriguardose.