lunedì 27 dicembre 2010

Cry



La testa una mongolfiera piena di denso vuoto bianco come un innevato paesaggio di montagna. La voce di p.j. mi regala c’mon billy, il mio monolocale al dodicesimo è un maledetto angolino di paradiso ribellatosi alle disposizioni dell’imprenditore divino. Ho soppresso ogni forma di socializzazione, sono pura come la superficie di un ghiacciaio assente da ogni itinerario turistico. Sono straordinariamente bella, la pelle di neve, gli occhi e i lunghi capelli di un cosmico nero senza stelle, l’anima fluttuante a migliaia di anni luce dalla superficie terrestre. La tristezza del mio sguardo gelerebbe spiagge pianure montagne e città se solo si posasse su qualcosa che riguarda il vostro mondo. La mia anima è nuda sul pavimento del mio onirico monolocale, il mio ammirevole corpo vorrei denudarlo sprezzante davanti a tutti gli occhi indiscreti del mondo. Vi sputerei in faccia tutta la mia tirannica e incondizionata indifferenza. vi sputerei. in faccia. tutta la mia tirannica. incondizionata. indifferenza.Come un meraviglioso serpente dorato davanti ad un ignobile ratto schifoso.
Bacio la smeraldina bottiglia d’acqua minerale. In due giorni ho assimilato dodici litri d’acqua. Sono un ghiacciaio incontaminato, una bellezza intoccabile, un meraviglioso luogo inesplorato.

martedì 14 dicembre 2010

in un certo senso la solitudine è libertà. non si può essere veramente liberi insieme ad altre persone. vivere insieme ad altri è una subdola forma di schiavitù. la società è una confortevole gabbia ammaliatrice, per fuoriuscire dalla gabbia bisogna fare una vita da asceti. indossare i panni del pagliaccio è il mio modo di forzare le sbarre, la mia via per assaporare il profumo della libertà incontaminata. tutto scivola e tramonta, tutto ciò che riguarda gli altri non riguarda me, le persone sono un genere a cui non appartengo. anziché strillare ho imparato a sorridere interiormente, sorridere come reazione al niente che è ovunque, al nulla che è in agguato. tutti felici e contenti, tutti scemi, non sono nemmeno in grado di amare od odiare come si deve.



giovedì 9 dicembre 2010

il corpo è stanco, muscoli esausti, testa nuvolosa, occhi spossati, ogni fibra fiacca, stremata. inietto sonno artificiale dentro il mio scafandro, domani, dopo un’incursione nel buio silenzioso e profondo, sarò riposato, rigenerato, probabilmente un poco pallido e con occhi gonfi e sonnolenti. voglio una notte nera senza sogni, sprofondare in acque scure, senza rumori e sottofondi. una fuga da tutto quanto, azzerare il mondo e non solo, azzerare tutto quanto, soffice sprofondare senza pensieri, senza elettricità, soffice sprofondare in soffice buio e stop. mi bacio allo specchio ed è come baciare sulle labbra la mia dolce-adorata Cry, un bacio perfetto ed incorporeo. le uniche persone del mondo che ora mi va di approvare sono il capitano achab, il cavaliere dalla triste figura don chisciotte, il mio arturino vagabondo per mezza europa, il timido e introverso mr morrison riverso su qualche libro, il giovane leopardi che si rovina in sette anni di studio matto e disperatissimo. gente così. qualche sorso d’acqua da una bottiglia verde trasparente poggiata sul pavimento, le note di don’t let me down dei beatles. sono un sacro e inviolabile tempio fragile, nessuno può contaminare il mio elevato silenzio sublime e inattaccabile. mi sento bello e lontano dai secoli, un fiore bianco sbocciato in un mondo estraneo. spalanco il mio scrigno in assenza del mondo, il mio cuore solleva ed abbassa la palpebra con dolcezza e amabile noncuranza, nessun brivido ora potrebbe farmi fremere. non toccatemi, non avvicinatevi. se volete mangiatemi, bevetemi.

sabato 4 dicembre 2010

il sogno

tutte le personcine che mi circondano scambiano il silenzio per noia. per scrivere, così come per leggere, bisogna essere soli. non ricordo l’ultima volta che mi sono annoiato da solo. campane e, ancor più lontano, un uragano nella notte. la vecchiaia si affaccia alla mia finestra e mi dà uno sguardo, poi va via scomparendo nel buio. tutti i fiori di tutti i giardini stanotte appassiscono in un secondo. metallici riffs chitarristici nella mia stanza. mai più mi ricapiterà di morire giovane. stamattina, alle quattro esatte, un orologio da tavolo che aveva smesso di funzionare da qualche anno e in cui c’erano ancora le batterie ha cominciato a suonare all’improvviso. mi sono svegliato ed ho dovuto seguire il suono dell’allarme per capire di che si trattava. comunque, mi sono svegliato all’improvviso, mentre ero profondamente immerso in un sogno. dal sonno profondo alla veglia in un secondo. per qualche istante ho potuto ingannare la mia censura onirica ed ho riflettuto su ciò che sognavo. in effetti, i conti tornano… per indagare l’inconscio ci si avvale dell’ipnosi, delle associazioni libere d’idee, dello studio dei lapsus e soprattutto dell’interpretazione dei sogni, tanto è vero che fu proprio Freud a dire che “il sogno è la via maestra per esplorare l’inconscio”. sempre secondo Freud i sogni sono una forma di appagamento mascherato di un desiderio sessuale rimosso. la vera forza motrice del sogno si chiama “contenuto onirico latente” ed essendo quest’ultimo espressione di un desiderio sessuale, essendo quindi socialmente inaccettabile, viene mascherato, trasformato in quello che viene chiamato “contenuto onirico manifesto”, ciò che noi ricordiamo e possiamo raccontare del sogno. a causa di questo processo di trasformazione il significato reale del sogno non corrisponde mai con il contenuto manifesto. questo processo di trasformazione è operato dalla funzione psichica chiamata “censura onirica” che, quindi, per proteggere la mente, trasforma il contenuto profondo del sogno proveniente dall’inconscio. il mio sogno esprimeva tutto l’astio, l’acredine nei confronti di….. … bè, cose personali…

giovedì 2 dicembre 2010

#

quando sono impermeabile alle immagini
alle chiacchiere e alla letteratura
quando sono così grigio
mi capita di restare immobile
ascoltare lo scroscio della pioggia
che mi bagna le ossa
un corpo che prega senza voce

#