sabato 29 ottobre 2016

... nebbia e pioggia alla luce di un lampione... cosa c'è di più bello?

sabato 22 ottobre 2016


… un po’ di tempo fa feci il piccolo giochetto di farmi un’autointervista, una conversazione con me stesso durata quasi un’intera notte… ricordo che mi piacque… e ora ne ho di nuovo voglia…. ovviamente senza programmare un bel nulla, non dovrebbero sorgere le medesime domande o le medesime risposte perché io amo affidarmi all’ispirazione del momento, sono un fanatico dell’estemporaneità, ma nel caso ripeta qualcosa che ho già detto, bè, chi se ne frega… elogio dell’impulsività e della naturalezza più sfrenata e incondizionata…

 

Mmmm eccoci di nuovo qua, sempre nella tua piccola casetta accogliente, la voce di Neil Young in sottofondo, la notte ancora acerba che aspetta di essere navigata… So che non ami i convenevoli ma sono contento di intraprendere un’altra chiacchierata notturna con te…

 

appunto, non amo i convenevoli, ma ti concedo questo piccolo accenno di overture senza troppi ricami barocchi…

 

Mi sono contenuto, so che spesso adori andare direttamente al midollo delle cose, tralasciando le fumosità che servono solo a fare da contorno… Neil Young ci sta benissimo, si sposa perfettamente con una lunga notte intimistica… Ecco, il midollo delle cose…. Ma qual è il midollo di questa cosa, di quest’autointervista? Insomma, mi vuoi parlare di qualcosa di particolare oppure vuoi che la nostra chiacchierata sia una pura, bislacca e capricciosa verbale cavalcata notturna?

 

la risposta già la conosci e comunque il midollo di questa cosa è proprio la libertà di spaziare senza palizzate, suonare senza spartito, far girovagare le nostre parole nei meandri di questa notte… adoro fare le cose senza programmi predeterminati, se potessi lo farei sempre… ecco, se proprio vuoi una risposta, il midollo di questa cosa è far girovagare un po’ di parole in questa notte irragionevole, strampalata e appartata… lo sai, adoro far danzare le parole…

 

D’accordo la piacevolezza di conversare a ruota libera, ma non credi che avere almeno alcuni argomenti prefissati aiuti a rendere più interessante questa chiacchierata?

 

sì, capisco cosa intendi e ti rispondo che non hai capito un cazzo… la cosa che rende interessante questa chiacchierata, almeno dal mio punto di vista, è che se ne sbatte altamente di essere interessante… come ti ho detto, il fulcro di questa cosa è far danzare libere le parole… nel far danzare libere le parole c’è una gioia che non si può spiegarla, o la si sente o non la si capirà mai…

 

Sul tavolo vedo un libro di Faulkner…

 

sì, è uno dei miei scrittori… amo la voce dei grandi scrittori… i grandi scrittori hanno una voce che…. be’, la loro voce è tutto… intendo che spesso me ne frego di quello che dicono, è la loro voce che mi affascina, che mi accende, che mi emoziona… della storia, della trama, degli intrighi tra i personaggi io me ne infischio… è la voce dello scrittore che mi appassiona… tutti i grandi scrittori hanno una meravigliosa voce, forse è una questione di un bel miscuglio di punteggiatura, di pause, bei periodi, di parole giuste al momento giusto… è solo una questione di linguaggio, ci sono milioni di modi di raccontare una cosa, i grandi scrittori la raccontano con la loro voce e loro…. hanno sempre una voce meravigliosa… è una semplice questione di voce, di suono… dopotutto la poesia è musica, suono sposato alle parole….

 

Ti trovo particolarmente libero, particolarmente rilassato…

 

sì… la mia libertà, la mia rilassatezza è sempre più legata ad una certa concezione di egoismo… il poter pensare sempre più esclusivamente a me stesso mi regala una gioia, una libertà così aguzza che adoro giocare col filo della lama di questa solitudine che ho deciso di regalarmi… adoro tagliuzzarmi e sanguinare, amo versare gocce del mio sangue che solo io posso vedere, adoro sanguinare per il semplice gusto di vedermi sanguinare… è il nostro cuore che fa scorrere e spruzzare il nostro sangue … e il mio cuore adoro tenermelo per me, adoro serbarlo solo per i miei occhi, per i miei sensi… il mio cuore è un focolare davanti al quale adoro starmene seduto da solo…

 

Mmmmm la notte che prima era acerba comincia a farsi più fitta, consistente, da poco è passata l’una… Mi viene in mente la frase di uno scrittore “alle tre del mattino è sempre troppo presto o troppo tardi, qualsiasi cosa tu voglia fare” …

 

… sartre… ecco la sua è una voce che non mi piace…. comunque, sulle tre del mattino, c’è qualcosa che apprezzo… è vero che quando sei nel cuore della notte è come essere nel cuore di un labirinto… la cosa migliore da fare è abbandonarsi e camminare se ne hai voglia o stare fermi… insomma, non prefiggersi un bel nulla… mmmm ma secondo te c’è qualcuno che capisce cosa voglia dire inoltrarsi nella notte come stiamo facendo noi adesso? …. voglio dire, secondo te c’è qualcuno che ama passeggiare nel cuore della notte, stando seduto sul divano o sul pavimento del soggiorno, c’è qualcuno che adora ascoltare la voce della notte e il suono della propria voce?

 

È una domanda?

 

naaaa, non m’interessa il tuo parere, più che una domanda era una riflessione che terminava con un punto interrogativo….

 

A proposito di punti interrogativi e di domande, questa è un’intervista, anzi un’autointervista, fatta quindi di domande e risposte, generalmente ti poni molte domande?

 

…le domande migliori sono quelle dettate dall’istinto e le cose istintive proprio non mi piace enumerarle, registrarle, catalogarle… non mi piace conteggiare le cose che faccio o penso, contare i passi mentre fai una passeggiata sulla spiaggia rovinerebbe la camminata…

 

Cosa ti fa venire in mente il mare?

 

…se penso al mare non penso a spiagge, litoranei o scogliere, penso al mare aperto, al mare nero come il vino, come diceva il poeta…. sei mai stato in mare aperto? quando a 360° all’orizzonte non s’intravede nessuna parvenza di terraferma, quando ti senti veramente indifeso, disarmato, senza punti di appoggio e il mare è davvero così profondo che trasmette un’insondabile oscurità che mette paura, che ti fa sentire piccolo piccolo e privo di alcuna protezione… credo che la sensazione sia simile a quella che provano gli astronauti quando, in viaggio nel cosmo, giungono a non vedere più la terra… finché l’occhio la vede persiste una seppure irragionevole tranquillità, ma appena volti l’angolo e non la vedi più… è un po’ come la morte, a un certo punto mentre cammini ti volti e non vedi più nessuno, gli altri continuano la loro quotidianità, sei solo tu che hai voltato l’angolo… il mare incute fascino e timore come la morte…

 

Ancora non l’avevi nominata, la morte…

 

… cercavo di trattenermi, volevo battere il mio record personale…

 

Vuoi dirmi qualcosa della morte?

 

… è un’amante impossibile, ha fascino, è seducente, porta con sé dolore e silenzio, buio e bianca solitudine però… non la puoi amare per davvero perché non la puoi toccare, accarezzare… almeno, puoi farlo una volta sola…. sai, a volte penso che essere felici sia semplicemente essere contenti di essere vivi, di svegliarsi al mattino, di camminare per strada, se sei contento di essere vivo, se sorridi mentre al mattino ti infili le scarpe allora puoi fottere il mondo e lui non può farti male, perlomeno è difficile che ci riesca…

 

Fottere il mondo, è questa la tua massima aspirazione?

 

mmmm in questo momento ti dico di sì, fottere il mondo, fottere la vita più di quanto lei fotta te… cercare di pensare più che si può a se stessi, trasudare ognuno il proprio sano egoismo… senza essere ciechi nei confronti di quello che abbiamo accanto ma concentrati soprattutto su quello che abbiamo sotto gli occhi, sotto la pelle, dentro le vene, sguinzagliare il nostro sangue e lasciarlo libero di spruzzare, di parlare, di gridare, senza mettergli una museruola…

 

Cosa c’è dentro le tue vene?

 

mmmm edera, oscurità, buio boschivo, selvatico… lava primordiale, muschio, un po’ di muffa colorata, a volte chimici colori, strade notturne fatte di ricordi, assenza di padroni, ironia gialla solo per i miei occhi, pensieri che passeggiano beffardi con le mani nelle tasche… …e in questo momento un pochino di lagavulin 16 years old …. … a proposito, te ne verso un pochino?

 

Posso rifiutare? Credo di no, sarebbe scortese, non sarebbe intonato con questa notte…

 

appunto, te l’avrei versato comunque… se vuoi spiccare il volo con me questa notte non puoi rifiutare un bicchiere di lagavulin 16 …

 

E Lagavulin sia. Dall’ultima volta che ci siamo visti ci sono novità sul fronte sociale/mondano? Voglio dire, ci sono persone di cui mi vorresti parlare?

 

le persone fanno parte del giorno, sono vampiri al contrario, escono con la luce del giorno… di notte, non sempre, puoi permetterti il lusso della solitudine, di un bicchiere di whisky, della voce dei tuoi eroi, puoi ascoltarti pensare, puoi sbeffeggiare il mondo e pensare persino di prenderlo un po’ in giro… di notte puoi ascoltare la musica, ascoltare il silenzio, ascoltare la notte… probabilmente ho vissuto più di notte che di giorno…. voglio dire, ho trascorso tante di quelle notti mmmm profondamente, così tante, fin da ragazzino…comunque mi pare fin troppo ovvio che la tua domanda non merita una risposta, altrimenti non sarei qui a farmi un’autointervista eheheh…

 

Già, tu e il tuo sano narcisismo…

 

come credo di averti già detto, sono la persona vivente più interessante che conosca, m’innamorerei all’stante di me stesso…

 

Dev’essere bello avere così tanta autostima, ci sono tante persone che si sentono delle merde, dei falliti, dei condensati di rammarichi, rimpianti e amarezze…

 

la stragrande maggioranza delle persone che si sentono come hai detto, sono persone abbastanza intelligenti da capire che sono…. be’, quello che hai detto tu… dai, scòlati il bicchiere che facciamo il bis…

 

Ultimamente hai fatto qualche viaggetto vagabondo?

 

ultimamente ho dato libero sfogo alla mia autarchia, sai, avere tutto ciò che desideri, di cui hai bisogno, dentro di te… un po’ come viaggiare stando fermi, esplorare vicoli e stradette che si dipanano nella tua sacra solitudine… anche questo è viaggiare, esplorare, perlustrare, vagabondare… dai, svuota il bicchiere… mmm sai che ti dico? ho voglia di patti smith, tu svuota il bicchiere, io metto horses di patti smith…

 

Patti Smith…

 

…oh sì, la adoro… quando mi trasferii, poco più che ventenne, fece un concerto a due passi dalla mia nuova dimora… ovviamente ci andai… un segno del destino… mi piaceva fin da adolescente…. patti smith, così come rimbaud (che lei adora) se li incontri da adolescente o te ne innamori o ti scivolano addosso… io ovviamente, da adolescente, m’innamorai alla prima occhiata, sia di patti smith che del mio arturino-caro… arturino… quando lessi il battello ebbro di rimbaud… avevo sedici anni, la stessa età che aveva lui quando lo scrisse… ricordo il colpo di fulmine… innamoramento folgorante e vertiginoso… vertigine e innamoramento che ancora sono intatti, così come il primo giorno… ma questo è amore, è pura passione, troppo confidenziale persino per una confidenziale chiacchierata notturna come questa… l’amore per la poesia è una cosa così intima che raccontarla, parlarne, non ha alcun senso….

 

Mi rendo conto che già concedermi queste chiacchierate notturne a briglie sciolte è un’eccezione, apprezzo tanto, infatti, e capisco i momenti che vuoi lasciare lontani dai riflettori…

 

… io apprezzo la tua discrezione… di notte, la discrezione, è persino più pregevole che di giorno, non voler grattare l’animo delle persone manco fossero dei gratta e vinci è cosa sensibile e scrupolosa…

 

Di notte si dovrebbe sempre parlar piano…

 

… parole sante, chi pensa che la notte sia fatta per luci aggressive ed esagerate è distante da me come il bianco dal nero…

 

Ti trovo piuttosto in forma, asciutto, snello e nerboruto…

 

… sì, in questo momento attorno alle mie ossa c’è un guerriero dinamico, energico, turbolento e burrascoso… ma sai quanto m’importi poco dell’apparenza…

 

Forse te l’ho detto anche la volta scorsa ma una chiacchierata come questa, con te, mi fa pensare a una panchina…

 

… non so se me l’hai detto…. sai, mi viene in mente un racconto del mio amico borges (un grande Scrittore, un mio eroe) … in quel racconto borges, in una panchina, incontra per caso se stesso ma con venti o trenta o quaranta anni in più… incontra se stesso con tanti anni in più… e pian piano, mentre ci chiacchiera, si rende conto che sta chiacchierando con se stesso con qualche decade in più… situazione affascinante…

 

Il fascino è una forma di magia, per apprezzarlo appieno bisogna abbandonare ogni forma di logica e lasciarsi andare alla deriva…

 

hey, fermo, fermo… mi sembra di sentir parlare me stesso… bravo, bravo, mi compiaccio…

 

Scusa se te lo chiedo ma non ti sfiora nemmeno l’idea che farsi un’autointervista sia una cosa stupida, priva di senso, una cosa che solo uno scemo farebbe?

 

…io la trovo una cosa intelligente, penso ci sia un miliardo di cose più stupide che uno potrebbe fare… e lo sai anche tu, sennò non saresti qui…

 

Pardon, lasciamo danzare le parole nella notte…

 

ecco, bravo… far danzare le parole nella notte è una specie di droga, è sguainare la nostra anima davanti all’impalpabile sconfinatezza di un sogno che scorre come un fiume senza regole… e comunque un’autointervista, soprattutto se fatta lasciando spazio all’istinto e all’improvvisazione e tralasciando schemi, scalette, è una cosa estremamente intelligente e meravigliosamente penetrante, l’autoconoscenza e il piacere di scavare dentro di sé è un cerimoniale fecondo e piacevolmente costruttivo, istruttivo… adoro sentirmi parlare, sentirmi pensare, anche quando sto in silenzio….

 

C’è qualcosa che in questo momento o in questo periodo desideri particolarmente?

 

la solita cosa, starmene il più possibile per i cazzi miei…. che fondamentalmente vuol dire non dover fare per forza delle cose, non dover frequentare per forza delle persone, la cosa più bella del mondo è fare ciò che si vuole…. e nel mio caso non significa fare cose esorbitanti, significa stare solo quando mi va di stare solo, dimenticare orologio e calendario… questa è la mia massima aspirazione, c’è chi desidera il lusso, soldi, abiti, auto… per me non dover fare ciò che non mi va di fare è il paradiso in terra…  mmm ti ho già detto che mi amo da morire?

 

Credo che me l’abbia detto, sì. L’amor proprio credo vada a braccetto con l’indifferenza nei confronti di chi ti sta attorno, giusto?

 

esatto, mi sento sempre più un alieno in questo mondo, ho cominciato a sentirmi così fin da bambino ma questa sensazione si intensifica sempre più… o forse, più che intensificarsi, le do semplicemente più spazio… me ne infischio sempre più del travestimento, del camaleontismo… sono sempre più vicino alla luna e più distante dal suolo, ogni tanto mi piace scaldarmi sulle fiamme dell’inferno, ogni tanto mi piace ascoltarmi mentre divento cenere, fuoco spento, un cadavere che non smette di sorridere….

 

La cosa più assurda che ti è capitata recentemente?

 

mi hanno invitato a una lezione gratuita di ballo latino-americano. a me! sai, la mia amica sofi, che era di origini sudamericane, si divertiva a dirmi che le sarebbe piaciuto tanto, una volta, trascinarmi a ballare il latino-americano… mi piace l’idea che una volta potrei fare una cosa del genere, per omaggiare lei, la mia amica sofi. ma credo che non lo farò mai… però l’idea di fare una cosa così nostalgica, romantica e sentimentale, in un ambiente così forzatamente e pateticamente allegro, mi stuzzica un po’… sarebbe come… come quando mi sento tutto mio e passeggio tra la folla con le cuffiette nelle orecchie e mi sento così alieno e distante dal suolo e da tutti quanti che… be’, credo che sia chiaro il concetto…

 

Claro como el sol.

 

… mentre svuoti il bicchiere io… be’, comfortably numb ora non sarebbe affatto male… when I was a child I had a fever… quand’ero bambino una volta ho avuto la febbre… mi fa venire in mente un sacco di cose… la morte, lo stare male, il fisico in disfacimento… una stanza vuota ad accogliere il tuo malore… ma anche l’influenza stagionale che ti coglieva quando eri piccolo e allora stavi a casa, saltavi la scuola e restavi a letto finchè volevi per poi passare al divano + copertina, tv e the o succhi di frutta… calore domestico e mondo a fare in culo… l’infanzia che ti resta appiccicata addosso come una pelle di ghepardo o un tatuaggio tutto mentale…

 

L’ultima volta che hai sorriso?

 

…ieri… passavo davanti a una scuola elementare… una finestra aperta, un frastuono straripante, probabilmente un’aula di bambini senza la maestra… qualcuno mi ha lanciato un pezzo di gessetto che mi ha sfiorato… mi sono sorpreso a sorridere… è stato bello… mi sono immedesimato in quell’oscuro lanciatore… per un attimo mi sono trovato dall’altra parte della finestra, dalla parte opposta a quella del mondo degli adulti… una sensazione piacevole…

 

Che tipo di bambino eri?

 

…ero… ero come adesso… solo con un po’ di decadi in meno sulle spalle…

 

E da ragazzino? tante fidanzatine, poche o nessuna?

 

più delle mogli di henry miller eheheh … una cosa che mi rende molto normale è il ricordare con estremo piacere la mia prima fidanzatina adolescenziale…. per il resto… sono sempre stato un asociale che si mimetizzava nel mondo degli umani socievoli, sotto sotto sono sempre stato asociale… e man mano che passa il tempo la mia selvatichezza prende più piede, è come un’edera che si espande con incontenibile e naturale veemenza… più passa il tempo e meno m’importa delle persone, più passa il tempo e più adoro stare con me stesso… mi sento sempre più ostrica… a proposito… è un po’ che ho voglia di mangiare un po’ di ostriche, uno di questi giorni me le concedo…

 

Qualcuno ti ha affibbiato l’epiteto di satiro, credi che sia calzante?

 

per quel che riguarda la mia essenza più profonda, direi proprio di sì… soprattutto quando passeggio sull’erba secca e le foglie morte di questo mondo… le foglie calpestate sono sogni morti che abbracciano i gelidi sassi che sono gli escrementi del mondo che mentre si specchia percepisce i sonnolenti lamenti dei cadaveri che nell’inebriante gioco della vita portano in salvo i sogghigni delle desertiche notti fumose… mmmm sto parlando troppo astratto, vero?

 

Forse sì, ma mi piace che parli usando le parole che ti nascono dentro, senza intercessioni…

 

… una delle cose che mi piacciono tanto di me è che sono uno sterminato contenitore/creatore di parole, non sempre le libero, le faccio danzare, però dentro le mie vene ce ne sono milioni e milioni, sempre nuove, torride e distorte, contorte e violente, in attesa di intimistiche occasioni per essere sprigionate, come splendenti gocce di mieloso liquor in un esclusivo paesaggio di una mentale alba brumosa che scaturisce per i miei soli occhi, mentre tutti gli altri sguardi dormono o sognano davanti a una tv accesa…

 

Me l’hai già detto una volta, ami sentirti parlare in silenzio…

 

… quando lo faccio mi sento più libero che mai, una libertà che presumo alcuni provino quando si abbandonano in un’incalzante danza fisica, instabile e sconnessa… una sensazione liberatoria che dà un impagabile piacere intellettuale… un piacere dovuto all’allontanamento da tutto ciò che mi stufa e m’interessa così poco, che poi sarebbe l’insieme di tutte le persone che mi stanno attorno durante il giorno…

 

Sempre misantropo eh?

 

un vero pagliaccio/misantropo di razza, un ribelle silente tutto interiore… a modo mio cerco di ritagliarmi più spazi possibili di libertà… pessoa faceva il contabile per una ditta di import/export, mi piace immaginarlo come un diligente impiegato che ha sempre timbrato il cartellino senza mai un ritardo… e quando rientrava a casa dopo una grigia giornata di lavoro, s’immergeva nel suo mare interiore fatto di poesia e esoterismo, letteratura e tuffi nelle profondità dell’animo umano…

 

Cosa salveresti di questa baracca chiamata mondo?

 

mmmm ho voglia…. ho voglia di sentire redemption song di bob marley… ora la metto e ci scoliamo due bicchierini… gran bella canzone… semplice, pulita eppure così forte nella sua indocile e morbida purezza … gran bella canzone…

 

Dalla finestra pochi schiamazzi, la notte ha domato gli slanci di quelli che giocano a fingersi vivi…

 

…il nero ha sommerso il superfluo, il ventre della notte come una grossa nube ha inglobato ogni vana parvenza di frivolezza… gran bella canzone… tieni… tutto d’un fiato!

 

domenica 16 ottobre 2016


l’autoconoscenza è tuffarsi completamente nudi in acque sconosciute, scendere sempre più a fondo seguendo verso il basso le nostre contorte radici che s’inoltrano in un ignoto e freddo buio, è un’immersione a occhi chiusi, una questione totalmente, assolutamente privata…

martedì 4 ottobre 2016


… avete presente lo sconforto che vi prende quando avvertite la consapevolezza che l’inevitabile si è compiuto? ma perché, se era inevitabile? e soprattutto perché mi rivolgo a voi come se esisteste? bah! mi piace sputare pezzetti di specchi, graffiarmi per intravedere piccole zolle di corallo, sanguinare e guardare il rosso che si spande… mi piace scribacchiare alla cazzo, senza criterio, senza bussola… è un po’ come assaporare la libertà che solo i bambini hanno… anche se non sanno neanche di averla… e forse anche perché non sanno di averla, sono liberi … chi non ama la solitudine non ama neanche la libertà, diceva il filosofo… la libertà interiore è una marea che mi piace osservare soprattutto di notte, quando il mondo è stanco e il cielo rimugina su quanto ha visto durante il giorno… …