martedì 26 aprile 2016


la mia amica sofi ha vissuto a stretto contatto con la morte, in modo indubbiamente più concreto di quanto io viva accanto alla dama di bianco vestita che premurosa mi coccola col suo sguardo, amorevole e affettuosa non mi abbandona mai, la mia dama… per questo con la mia sofi parlavamo della morte senza la solita ipocrisia abituale per i mortali… lei, la mia amica sofi, apprezzava la mia assenza d’ipocrisia, parlavamo di morte, di morte vera, di quella che prima o poi ti abbranca e ti porta via dallo sguardo del mondo e dei viventi… lei apprezzava e non mi nascondeva la mostruosa paura che la ghermiva… io le accarezzavo quella paura, senza traccia d’ipocrisia… so che può suonare alquanto autocelebrativo ma penso sia stata fortunata ad avere una persona come me, al suo fianco, prima che la morte la venisse a cercare… le sono stato davvero molto vicino, ne ho avuto anche le conferme postume da parte di amici e parenti, le sono stato vicino e per come sono io, trattasi ovviamente di una vera, unica, preziosa eccezione… perché sto parlando della mia amica sofi? boh, forse perché la morte non mi abbandona mai, forse perché adoro scribacchiare e far danzare le parole come meglio credo, forse perché… forse perché … forse perché mi va e basta… stralci di battelliana umanità… in questa notte le sorrido tristemente, un sorriso alla mia amica sofi…

giovedì 21 aprile 2016

... quant'è bello far danzare le parole



una primavera di chimici colori mi faccio scoppiare dentro come una puttana che si prostituisce sola soletta nella sua stanza senza coinvolgere elemento alcuno di questa stronza umanità di cui niente m’importa sono uno schizzo di luce una vampata infuocata abbraccio il buio bacio il nero e morbido cuscino sono una scintilla infuocata che fa l’amore col buio cupo come l’assenza come l’assenza. sono un battello che fa lentamente rotta verso la morte / la mia splendida dama di bianco vestita, sono un antico e funebre inverno spalancato che sanguina immensi flutti danzanti nel crepuscolo trapassato da schegge ombrose e seducenti. la fine gli avvoltoi mi sorridono la fine mi morde con grazia secca e rovesciata la fine è un mare che mi riempie la gola veleggiando come lo sbocciare di un sorriso.

 

sabato 16 aprile 2016


terribile dolcissima sorella tra poco ci adageremo uno accanto all’altra nel nostro letto colmo di bellissimi fiori appena sbocciati, il mio cuore, aspro crudele e voluttuoso, taciturno trasuderà denso e aromatico sangue scuro come il futuro di un impiccato. i macigni sospinti dalla giornata saranno cigni aggraziati dèditi all’incanto di una struggente carovana cristallizzata. le palpebre si affievoliranno come pallide sofferenze dallo scheletro lascivo.

lunedì 11 aprile 2016


anche se sono parole scritte da altre persone, pensieri pensati da altri individui, suoni emessi da voci o suoni comandati da anime diverse dalla nostra, colori schizzati da estranei pennelli… ciò che conta è che noi siamo come cozze che filtrano tutto ciò che capita nell’acqua in cui sono immerse… la nostra voce può benissimo esprimersi anche in silenzio…

mercoledì 6 aprile 2016

girano ruote infuocate, pensieri assassini mi accarezzano e mi si rivoltano contro, stupide facce conosciute si affacciano dal vetro baciando la scivolosa e perfetta superficie della mia indifferenza, come un ragno tesso elaborati complotti e acute strategie per poi fregarmene del tutto dopo pochi istanti di immaginoso menefreghismo, verso alcune lacrime nere, dense e roventi come il nulla capace di spegnere ogni luce, vengo ammazzato, provo a volare, tento di scappare, smetto di lottare, raramente sorrido, quasi sempre la paura mi affianca, riesco a respirare, nonostante tutto riesco a respirare e mi sento un dio.

venerdì 1 aprile 2016

…trovarsi in uno stato recettivo chiuso in una stronza stanzetta del cazzo sprezzantemente lontano dal mondo e dai suoi abitanti… adorabile beneamato distacco io in bianco e nero con la pelle ricoperta di inenarrabili glitter spaziali un po’ iggy pop un po’ ziggy stardust molto molto ilbattelloebbro eccezionale nottata mondana fuori dal mondo un concerto un palco spazzatura volteggiante candele e cristalli tra le pieghe della mia città lastricata di rosee ombre silenziose e malaticce… mi sciolgo come un’antica nave tra le nevi di un mistico domani dal profumo profano… mangio un po’ di stelle la mia fronte è così oltraggiosa che trafigge il firmamento…