domenica 27 marzo 2016


jazz notte l’anima seduta sul pavimento che si abbraccia le ginocchia un’impalpabile vena sregolata e peccaminosa io un po’ di jazz niente-circo-domani una notte e niente più. ieri ho trascorso il pomeriggio in compagnia del signor jorge luis borges peccato sia morto di poche persone posso dire altrettanto una persona così viva nel mondo delizia gli animi smaniosi di parole ricamate e sapientemente intrecciate da una meravigliosa immaginazione letteraria. vivete fate sentire la vostra voce viaggiate incontrate persone dicono gli spot televisivi. io trovo impagabile una notte solitaria come questa trascorsa a scribacchiare queste inutili parole che mentre volteggiano dalla mente allo schermo allietano il mio tempo come incantevoli carezze interiori.
notti come questa sono una tavola apparecchiata senza pietanze che mi accoglie col beneficio dell’assenza del tempo e dell’utilità mi sfiora il pensiero di macchiare la tovaglia col rosso delle mie vene mentre guardo dall’alto come su un micro aeroplano che sfiora il soffitto senza alcuna intenzione di planare.
chiuso nella mia stanza mi sento libero come un cane randagio che scorrazza tra le stradicciole umide di una città popolata di spettri e illuminata dalla luna e dai lampioncini ottocenteschi. bella la sensazione di vomitare senza i contorcimenti viscerali e l’emissione di nauseabonde sostanze grumose parzialmente digerite. la bocca della mia anima medita guerre e pianti e intimi terrazzini coloriti come tramonti di un vino che ha dimenticato il senso dell’esistenza.

martedì 22 marzo 2016

essere nel bel mezzo del niente non facendo niente…in questa circostanza posso immaginare tutto. i silenzi sono paesaggi sconfinati, i rumori gli intervalli privi di emozioni. la banalità della felicità è che è fatta per gli stupidi, è fatta per chi non è in grado di essere infelice. ho fame di un cielo nero, un ponte di pietra, una città che sospira nella nebbia. voglia di stare nel bel mezzo del nero, distante dalle sponde.

venerdì 18 marzo 2016


nel buio del mio porto è il mio futuro, graffiare il mondo col mio sorriso interiore è l’unico modo di esistere che mi appaga.

 

lunedì 14 marzo 2016


senza la musica non riesco a immaginarle le mie solitarie, folli notti maledette

 

mercoledì 9 marzo 2016


la mia splendida dama ottocentesca mi guarda con occhi limpidi come vetro attraverso i quali vedo una pioggia che mi sorride. ho sedici anni e il vento dell’800 mi accarezza le ossa come un mostruoso dio che se ne infischia di ogni perfezione. sorrido mentre assaporo ogni sfumatura del mio dizionario irregolare. con la lingua sfioro mentalmente le mie viscere cariate, le mie ossute caviglie sono fiori che sbocciano come fuoco tra la neve. i miei occhi damascati scrutano l’oscurità come divine e gioiose labbra che si trascinano amabilmente tra dense e pallide folle di cotone. lentamente mi preparo ad una mia notte fumante…

venerdì 4 marzo 2016


tra qualche ora, tra qualche giorno, domattina o tra svariate decadi smetterò di respirare e cosa resterà di me? un benemerito niente. trovo meraviglioso non preoccuparmene. spero che questo menefreghismo non mi abbandoni mai. la terra o il vento o il mare mi accoglierà e io mi sdraierò beffardo, estatico e trasparente e sorriderò pensando che non dovrò più timbrare il cartellino. voi non mi vedrete più ma io sorriderò come e più di prima. piccolo auto-requiem per ilbattello me medesimo.