martedì 26 giugno 2007

L'indifferenza

Fuoco alle polveri! Che esploda il mio corpo e la sua condanna. Ho dentro il giallo fuoco degli angeli e lingue assassine che scorticano la verità scarnificando un corpo che è dieci volte malato.
Oh quanto mi odio perché non mi siete del tutto indifferenti.
L’acqua salata, che sgorga dalla mia indifferenza, inasprisce echeggianti ferite. Che esploda il mio corpo ferito! Che esploda in un sordo e buio boato di odio!
Sfinito dagl’incessanti vaneggiamenti di cento ancelle dal volto di cera, elaboro inutili teorie acide come risate scappate via dai sogni.
Resto in vita solo per non scappare dalla parte oscura che da tempo brama i miei cieli e i miei prati, non ci sono folli bambole a cantarmi ninnananne, non ci sono eccentriche melodie ad accarezzarmi mentre dormo.
Oggi abbandono ogni conoscenza e divento il più amabile dei ciarlatani, un esecrabile ammasso di stracci che si consuma tra piogge e fiori colorati, un uomo invisibile che rifiuta di dormire, non vuole più chiuder gli occhi.
Alla spalla destra porto uno sciame di verdi api febbricitanti sempre in cerca dell’ombra della luna, della lingua della morte, di dolci pestilenze più attraenti delle vergini spose rivestite di gelo, infarcite di fuoco.
Oh che crudele e fiammeggiante apparizione divento per i docili sguardi ambulanti che si trascinano per le vie del fango e dell’oro, la mia dimora sia un bordello sempre aperto, l’ora della seduzione la mia dama allettante odorosa di peste e fatica.

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