sabato 5 novembre 2011

mi corrodo dall’interno alimentando un fuoco che mai poserà il suo bagliore sulle vostre guance lontane. benzina, benzina sul fuoco, benzina su un fuoco che divampa aggredendo i fili invisibili del mio essere dannato, distante, languido, affilato pagliaccio. brucio, brucio come un carbone ardente ma la mia pelle è ancora intatta, ciò che voi vedete di me è una pura e semplice cazzata. quando il fuoco sarà spento, siatene certi, ne avrò apprezzato tutto il confortevole tepore, così come ora assaporo l’accogliente calore che dall’interno emano. cute gelida, carboni infernali nello stomaco. non sono un bimbo che per incoscienza è morto giocando con fiammifero e benzina. gioco col fuoco e, mentre gioco, mi allieto della fiamma che si riflette sulle mie gote di cera. di questo siatene certi, l’incoscienza è troppo piccola per tenermi nella sua mano spoglia e squallida. sorrido davanti al fuoco, mi lascio bruciare.

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