sabato 17 dicembre 2011

solitudine affilata, potente, malinconica e aristocratica. semplicemente la mia tristezza, la mia splendida dama ottocentesca che non mi abbandona mai. le sorrido mestamente e lei… lei non mi accarezza come solo lei sa fare. ora lei…. lei mi abbraccia. non lo fa mai. potrebbe cadere il mondo. ho il viso stanco e sciupato, la barba incolta. mi abbraccia come solo lei potrebbe fare. il mio sguardo è uno specchio apatico e disinteressato, il mondo non gli interessa. ascolto il vento che tormenta la notte. ho sorriso ad una ragazza, stasera. cose che fanno i comuni mortali. i comuni mortali fanno anche altre cose: temono il fuoco, temono la morte, si sottraggono al dolore appena possono. la mia splendida dama ottocentesca è in qualche modo imparentata con la morte. è una morte romantica e premurosa. vado incontro al fuoco, al dolore, ascolto i miei lupi che si avvicinano e verranno a sbranarmi, questa notte. scrivo queste cose per me stesso, per sentire la mia voce. credo che nessuno possa capire.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nessuno non direi...