festeggio da solo stando a casa non facendo assolutamente nulla. la mia
festa preferita. i miei amici sono tutti qui invitati tra queste mura. sono
solo. e sto così bene. mi fa sorridere sferzante il pensiero che alcuni pensano
ad un capodanno da trascorrere in crociera. una condanna a morte acquistata
magari a piccole rate mensili. poco fa mi sono procurato un bel taglio in un
dito, piuttosto profondo. per tagliare corto potrei dire che è successo mentre
cucinavo ma in realtà i coltelli da cucina non c’entrano, stavo semplicemente
rimuovendo il coperchietto di un lumicino cimiteriale, di quelli cilindrici in
plastica rossa, costano poco, sguscio le candele liberandole dal loro involucro
plastificato e le uso come domestiche candele per regalarmi un’atmosfera
sofficemente ottocentesca. ho lasciato che il dito sanguinasse copiosamente
prima di applicare un cerotto, ho ascoltato il mio sangue scorrere libero e
silenzioso come un rivolo di lacrime in un volto ingabbiato in un monolocale
metropolitano. tra candele e taglietto e sangue e totale assenza di trucco sono
piuttosto folle. e mi piace. col travestimento da pagliaccio
nessuno scorgerà i bagliori della follia sapientemente tenuta a bada. sorseggio
un bicchiere di porto, non amo particolarmente il porto ma qualche volta,
quando penso ad hemingway, non resisto a concedermi un goccio di quel rosso vino
dolciastro. potenza della letteratura, potere e fascino dei grandi scrittori.
il de profundis è una profonda lettera che oscar wilde scrisse dal carcere al
suo amico e amante bosie. profondità di un’anima sensibile e sofferente
annodate all’esistenza terrena. io ho avuto la mia bellissima musa dalle vene
di ghiaccio. per lei ho ormeggiato la mia anima sul suolo di questo pianeta. e
l’ho fatto senza sforzo. be’, lei era la mia bellissima musa dalle vene di
ghiaccio. adoro la mia calma follia apparentemente priva di clamori. tra le mie
quattro mura sono così bello pallido struccato e candidamente folle. il costume
del pagliaccio attende inerte poggiato su una sedia. stanotte dormirò nudo.
nudo e struccato. al diavolo il mondo, al diavolo il circo.
5 commenti:
Io prenderei delle candele profumate, tipo alla vaniglia.
Sarà pure l'atmosfera ottocentesca ma con qualcosa di più IN ;-)
mmm no, purpis, l'odore della cera (così come l'odore dello zolfo e del legno in combustione dei fiammiferi) è un odore impareggiabile...
sono odori essenziali, non artefatti, piacevolissimi
Non sei tenuto a vestirti a festa...non per il pubblico gaudente e che plaude allo splendido spettacolo...Il silenzio è assenza di cuore...
al diavolo ogni cosa. a volte, in giorni di festa come questi, stare da soli è un lusso che non tutti si possono permettere.. essere per due giorni interi l'essere più silenzioso al mondo.
tua, nàstenka
Posta un commento