domenica 4 ottobre 2015

chi racconterà la tristezza della mediocrità che come peste ammorba le esistenze che popolano questo mondo? adoro quando il mio spirito dorme sognando di essere eterno. le lame tagliano il mio umido cervello che sorride alle carezze di un marciume silenzioso come angelica neve che non smetterà di imbiancare nuovi fiori. ho la pelle arida e stanca che si trascina come una bocca senza speranze. l’acerbo morso notturno è una muta finestra che sanguina trascinata dalle gemme di parole che hanno più di duemila anni. forse una notte berrò stando a braccetto con l’eternità e le noie e le sofferenze saranno semplici immagini da cui evadere.

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