… non ho mai smesso di bruciare,
di sprofondare, di sanguinare… le pause che s’intravedono sono semplici e
illusori trucchi del mestiere di un pagliaccio di professione… e non ho mai smesso
di abitare le mie notti, condite con le mie cose, i miei vetri, i miei colori…
con gli anni la mia anormalità non è svanita come un profumo che si disperde
nell’aria lasciando inizialmente qualche traccia poi il nulla… strofino ancora
il mio alveare, faccio danzare farfalle e pipistrelli, continuo a ferirmi, a
graffiarmi, a mischiare goccioline colorate… continuo a farmi trapassare da ciò
che sono… prima o poi tutto finirà e sarò freddo e morto e sottoterra.
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