domenica 2 aprile 2017

… tendenza all’autodistruzione… per molti, la maggior parte credo, è una fase transitoria, adolescenziale, vissuta in quel periodo in cui un rassicurante futuro in cui crogiolarsi pare cosa distante se non impensabile o priva di senso… poi ci si “normalizza” e ci si rifugia in una relazione stabile, casa, famiglia, pargoletti, vacanze tutti insieme con foto sorridenti ah-quanto-ci-divertiamo-e-quanto-siamo-felici, quella roba lì … per altri è qualcosa di più radicato, ed estirparlo equivale a un sacrificio, un compromesso che equivarrebbe a snaturarsi completamente… così come scribacchiare poesie sul diario, per molti è una fase adolescenziale, per altri un irrinunciabile vizio innato che non passa con l’età… io credo sia una sfaccettatura di un animo romantico, una malattia che ti trascini dietro per tutta la vita e la cui guarigione consiste nel rinunciare ad una grossa fetta del tuo animo… e se sono qui a trascorrere una delle mie splendide notti solitarie, come facevo a sedici anni, è perché evidentemente sono un inguaribile romantico, un inguaribile che non vuole guarire perché, come si dice, la cura è peggiore della malattia… e scribacchio queste parole così come facevo da ragazzino, chiuso nella mia stanzetta, isolato nella mansarda o, nelle notti d’estate, sotto quel notturno cielo indimenticabile che ha visto la mia adolescenza… sono malato e morirò malato… e per me significa che resterò per sempre sano…

1 commento:

Unknown ha detto...
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