venerdì 22 giugno 2007

...lamiastagione

...Sono anni che cerco di delineare un semplice silenzio, descriverlo, tratteggiarlo, dipingerlo, farlo respirare, amare, scriverlo…
Ero giovane come un cielo lontano senza uccelli, le uniche sorelle che ascoltavo erano le ombre di voci gioiose che si slinguazzavano con la morte, placida come un relitto nel fondale.
Ricordo le sottili amarezze con cui per gioco mi punzecchiavo distratto, colorando di perverso rosso acceso i piccoli piaceri che scoppiettavano nel buio delle notti come esagitate scintille impazzite.
Conosco la bramosia del demonio che dorme, i castelli che sorgono su angosce e spaventi e tiranniche eleganze, le pallide manie distruttive dell’amore che, come disarmoniche orde di selvaggi irrompono fiancheggiando giornate flaccide come donne vergini alla sofferenza.
Ah la mia cara infanzia luttuosa e delirante, una stanza semibuia e impolverata che non disdegna di accogliere il suo fiammeggiante astro atroce di bellezza incomprensibile ai più…
Ai margini della strada ho più volte visto il vento del crimine, sporco e ignobile e indegno delle trasparenti gocce mattutine che fluttuando tremolanti conducono soavemente tra le gambe umide di profonde tenerezze.
Le piogge ardono di passione, brulicano sospiri velenosi con incedere primaverile, gli addii si annidano tra le pieghe delle ore come neve sulle orme dei viandanti…

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