lunedì 31 agosto 2009

Charleville III







"La morte è sempre al mio fianco, anche adesso che sono così leggero e sereno, la mia morte mi scorta, io mi ci sono affezionato, lei mi adora in silenzio, mi segue come un’amorevole ombra che adoro"


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28 ago mattino, alle 8:20 sono già al cimitero, stavolta, contrariamente ai giorni scorsi, la giornata è quasi autunnale, cielo grigio e nuvoloso a far presagire pioggia,nessuno nei paraggi, il fosco gracchiare delle cornacchie nell’aria, qualche foglia secca che tacitamente svolazza trasportata dal venticello fresco, la mia panchina davanti alla tomba di Arturino-caro. Alle 9:30 comincia a venir giù una finissima pioggerellina, mi faccio bagnare un po’ dall’acqua e mi dirigo verso l’uscita. Accanto al cancello d’ingresso c’è una cassetta postale con l’immagine di Arturino e la scritta “Arthur Rimbaud”: ci infilo una copia de La mia stagione nella cui prima pagina ho scritto semplicemente “to Arthur” e tra le cui pagine ho inserito un foglio con scritto: “Ma guarda un po’ dove cazzo sei finito! Probabilmente l’ultimo posto che avresti scelto per riposare così a lungo. Avresti senz’altro preferito un fazzoletto di terra accanto al mare, magari in Africa… … Io, comunque, ti avrei raggiunto anche in capo al mondo. Sono venuto fin qui per salutarti, ho camminato tanto, cosa che non ti è molto estranea, eh? Ciao Arturino...“



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Pure io voglio saper scrivere così bene! Dopo aver letto mi sembra di esserci passata sul serio da Charleville!

Sahra.

ilbattelloebbro ha detto...

.. apprezzo il complimento la purpettina... sono sensibile a quel tasto... eheheh