martedì 26 ottobre 2010

contro l’abitudinarietà

l’assuefazione, l’abitudinarietà penetrano come un tarlo nella nostra vita, nelle nostre giornate, dentro la nostra stessa pelle logorando dall’interno la nostra effervescente tendenza all’emotività. senza troppi giri di parole mi rivolgo a te, che ora stai leggendo queste parole: se hai intenzione di leggere con leggerezza e pressappochismo vattene, non ti voglio, vai via, se non hai intenzione di toccarmi, anche se sono sudato malato bagnato e dannato, vai via, fammi questo favore. in questo momento ce l’ho con l’abitudinarietà, quella che ci rende superficiali e frettolosi e poco permeabili alle parole e alle persone: continua a leggere solo se veramente ti va, solo se hai voglia di lasciarti toccare dalle parole, in caso contrario, come ho detto, vattene, anzi, aggiungo che se ti va di leggere devi commentare per forza, dire la tua, anche una sola parola. altrimenti sparisci.
troppo spesso lasciamo che la nostra unicità venga sepolta da quella gelatinosa marea che è la routine, è un mezzo per reagire alla paura dell’isolamento, osserviamo senza dare spazio, senza dar voce alla nostra unicità. una volta ogni tanto diamo voce alla nostra vera, schietta reazione, senza pensare troppo alle conseguenze, dare fiato alla nostra emotività. un modo per sentirsi liberi…
una frase conclusiva del filosofo:
“Ci si sbaglierà raramente, attribuendo le azioni estreme alla vanità, quelle
mediocri all'abitudine e quelle meschine alla paura" (Friedrich Nietzsche)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Punteggiatura Sottile.

Anonimo ha detto...

...

Anonimo ha detto...

in effetti, mi domandavo come mai così tanti commenti.. io per abitudinarietà intendo scrivere morbosamente il link a memoria ogni volta che si apre internet per vedere se marsia ha scritto qualcosa..

Sua Bassezza, il bardo di XoniX ha detto...

Per arrivare a timbrare il cartellino d'entrata alle otto e trenta precise,[...] a forza di esperimenti e perfezionamenti continui, è arrivato a mettere la sveglia alle sette e cinquantuno. Vale a dire al limite delle possibilità umane

ehehe, una risata e un malinconico pensiero...quanto è vero che l'abitudine uccide la fantasia? troppo.

Saluti....

ilbattelloebbro ha detto...

... Tutto è calcolato sul filo dei secondi: cinque secondi per riprendere conoscenza, quattro secondi per superare il quotidiano impatto con la vista della moglie più sei per chiedersi – come sempre senza risposta – cosa mai lo spinse un giorno a sposare quella specie di curioso animale domestico, tre secondi per bere il maledetto caffè della signora Pina – tremila gradi Fahrenheit!!!

ehheheehheheehhe ehehheheehehhe...

Anonimo ha detto...

eh maa allora...
..dagli otto ai dieci secondi per stemperare sotto il rubinetto. due secondi per il bacino alla figlia mariangela. caffelatte con pettinata incorporata, dentifricio mentolato su sapore caffè provocante funzioni fisiologiche che può così espletare nel tempo di valore europeo di 6 secondi netti...

Anonimo ha detto...

.. il nano malefico è dunque terrorizzato?