sabato 19 marzo 2011

quasi quasi scrivo due righe nel blog, mi son detto poco fa. eccomi senza niente da scrivere, solo come un viandante a cui capiti d’incappare in un campo di battaglia subito dopo lo scontro, solo una distesa di cadaveri e qualche corvo. lì la solitudine odora di sangue e sofferenza, qui da me, ora, un silenzio senza odori, i corvi, quelli ci sono anche qui. il balcone mi regala un fosco dipinto con alberi addormentati, l’immobilità della notte. il sole, con gli schiamazzi che l’accompagnano, è dall’altra parte del pianeta. da questa parte ci sono io, una lucciola a mezz’aria nel profondo nero d’un bosco. il vento, anch’esso, è da qualche altra parte. quante meravigliose inquietudini nell’ormai corpulento libro delle mie notti. quando penso alle mie notti il pensiero corre istintivamente ai miei sedici anni. che meraviglioso ragazzino sono stato. una pietra preziosa ricca di sfumature invisibili ai comuni mortali. “il poeta vede cose che gli altri non possono vedere” diceva qualcuno.

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