giovedì 19 aprile 2012

mmmmm probabilmente prima di quest’estate riprenderò in mano moby dick, me lo sento. c’è qualcosa di così scuro e profondo in quel libro, “mare nero come il vino” diceva il poeta. la gente desidera solitamente viaggi organizzati, auto sempre più grandi, telefonini sempre più sofisticati,sudare con i balli latino-americani, le feste. odio le feste, raduni di persone in cui ci si sente obbligati ad essere felici. la felicità dovrebbe essere un’esplosione spontanea non una successione di sorrisi telecomandati. io considero la possibilità di rileggere moby dick un piccolo tesoro, una fortuna senza prezzo. prolungo l’attesa del trascendentale abbraccio tra il mio animo e il capolavoro di Melville. quando riprenderò in mano il libro, questa volta avrò nel salotto di casa una calamitina e una cartolina provenienti direttamente da nantucket!

1 commento:

Anonimo ha detto...

che bella, nantucket.. turistica, sì, ovviamente, ma ventosa, burrascosa, radicalmente ottocentesca nell'eco melvilliano che si assapora se si ignorano le magliette e le tazze- cartolina.. basta fingere che siano in peltro, e che tutti i turisti abbiano cappottoni balenieri e si stiano dirigendo con ramponi e nord-ovest impermeabili ai propri pequod..