venerdì 18 gennaio 2013

Jorge Luis Borges


Ho trascorso un’intera vita immerso nella letteratura, scrivere, leggere, immense catenelle di parole inanellate spesso con estrema diligenza, cura, amore, a volte con esattezza. La cosa più acuta e ingegnosa che ho fatto è stata quella d’inventarmi dei libri. Non scriverli, immaginarli e basta. Immaginare che esistessero e recensirli, criticarli, parlarne, scriverne, raccontarli. Scrivere e parlare di libri senza la seccatura di doverli scrivere, intere biblioteche immaginarie da cui trarre ispirazione, frasi da citare, argomenti da approfondire, pensieri su cui riflettere. Tutto senza la noia di scrivere pesanti tomi che forse nessuno avrebbe mai letto con vero piacere. Perché questo è il punto, leggere deve essere un piacere, un vero piacere in cui sprofondare, un meraviglioso bosco in cui inoltrarsi senza pensare a dove ti porteranno i tuoi passi, senza temere il sopraggiungere della notte, i rumori misteriosi del vento, delle foglie, degli animali. La letteratura può essere così profondamente misteriosa, nessuno potrà mai prevedere dove condurranno un determinato animo certe parole scritte. Nei libri ci si specchia, ci si perde, come in un mare dopo aver nuotato verso l’orizzonte fino a quando quasi non senti più le braccia. La vita certe volte può essere altrettanto profondamente misteriosa quanto la letteratura, cosa potrebbe riservare la vita ad un animo fatto completamente di musica? A Beethoven riservò la sordità, a me, se mi passate l’audace analogia, a me ha riservato la cecità. La scrittura e la lettura sono le cose che realmente distinguono gli uomini dagli animali, le parole scritte hanno il dono dell’immortalità, durano più di qualsiasi monumento di marmo, più di qualsiasi cosa fatta di carne, ossa, muscoli e sangue. Non tutti i grandi uomini sono grandi scrittori, ma tutti i grandi scrittori, in un modo o nell’altro, sono grandi uomini. Per scrivere bisogna pescare le parole in un pozzo, più è profondo il pozzo più la pesca può essere proficua. Le menti che somigliano a bacinelle d’acqua al massimo possono scrivere libri degni di un supermercato. Le biblioteche, quelle vere, sono meravigliosi assortimenti di pozzi in cui ci si può specchiare.

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